Farai un altare sul quale bruciare l’incenso

Mag 8, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 30,1-10

Farai un altare sul quale bruciare l’incenso: lo farai di legno di acacia. 2Avrà un cubito di lunghezza e un cubito di larghezza: sarà quadrato; avrà due cubiti di altezza e i suoi corni costituiranno un solo pezzo con esso. 3Rivestirai d’oro puro il suo piano, i suoi lati, i suoi corni e gli farai intorno un bordo d’oro. 4Farai anche due anelli d’oro al di sotto del bordo, sui due fianchi, ponendoli cioè sui due lati opposti: serviranno per inserire le stanghe destinate a trasportarlo. 5Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d’oro. 6Porrai l’altare davanti al velo che nasconde l’arca della Testimonianza, di fronte al propiziatorio che è sopra la Testimonianza, dove io ti darò convegno. 7Aronne brucerà su di esso l’incenso aromatico: lo brucerà ogni mattina, quando riordinerà le lampade, 8e lo brucerà anche al tramonto, quando Aronne riempirà le lampade: incenso perenne davanti al Signore di generazione in generazione. 9Non vi offrirete sopra incenso illegittimo né olocausto né oblazione, né vi verserete libagione. 10Una volta all’anno Aronne compirà il rito espiatorio sui corni di esso: con il sangue del sacrificio espiatorio per il peccato compirà sopra di esso, una volta all’anno, il rito espiatorio di generazione in generazione. È cosa santissima per il Signore».

Un discorso più approfondito merita l’altare. Capiremo subito che oltre all’altare dell’olocausto (che sta al centro del recinto della Dimora e che è alla vista di tutti) c’è l’altare dell’incenso.

L’autore (senz’altro un sacerdote!) lo descrive minuziosamente. Intanto, la sua finalità: serve per “bruciare l’incenso”. E poi, la sua collocazione: “Porrai l’altare davanti al velo che nasconde l’arca della Testimonianza, di fronte al propiziatorio che è sopra la Testimonianza, dove io ti darò convegno.” E poi, la sua struttura: “Sarà quadrato, lungo e largo cinquanta centimetri, e alto un metro. Anche questo altare avrà un rialzamento agli angoli che fanno pensare a “quattro corni”.

Aronne brucerà su di esso l’incenso aromatico: lo brucerà ogni mattina, quando riordinerà le lampade, e lo brucerà anche al tramonto, quando Aronne riempirà le lampade: incenso perenne davanti al Signore di generazione in generazione”. Come c’è un olocausto perenne (“per sempre”), così c’è “un incenso perenne (per sempre) davanti al Signore di generazione in generazione”. [Incenso = preghiere]

Di questo altare, dei corni aspersi una volta all’anno dal sangue espiatorio si dice, come di altri oggetti, “è cosa santissima”. Vale a dire: appartiene a Dio totalmente. Guai a farne un uso diverso! [Santità = appartenenza]

Darò convegno agli Israeliti in questo luogo

Mag 7, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 29,38-46
Ecco ciò che tu offrirai sull’altare: due agnelli di un anno ogni giorno, per sempre. 
39Offrirai uno di questi agnelli al mattino, il secondo al tramonto. 40Con il primo agnello offrirai un decimo di efa di fior di farina, impastata con un quarto di hin di olio puro, e una libagione di un quarto di hin di vino. 41Offrirai il secondo agnello al tramonto con un’oblazione e una libagione come quelle del mattino: profumo gradito, offerta consumata dal fuoco in onore del Signore. 42Questo è l’olocausto perenne di generazione in generazione, all’ingresso della tenda del convegno, alla presenza del Signore, dove io vi darò convegno per parlarti.
43Darò convegno agli Israeliti in questo luogo, che sarà consacrato dalla mia gloria. 44Consacrerò la tenda del convegno e l’altare. Consacrerò anche Aronne e i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio per me. 45Abiterò in mezzo agli Israeliti e sarò il loro Dio. 46Sapranno che io sono il Signore, loro Dio, che li ho fatti uscire dalla terra d’Egitto, per abitare in mezzo a loro, io il Signore, loro Dio.

Ai sacerdoti incombe l’obbligo di offrire sacrifici, in particolare i due sacrifici quotidiani: “offrirai uno di questi agnelli al mattino, il secondo al tramonto”. Sono sacrifici così importanti che il narratore aggiunge: “Questo è l’olocausto perenne di generazione in generazione, all’ingresso della tenda del convegno, alla presenza del Signore, dove io vi darò convegno per parlarti”.
Si tratta, dunque, di un olocausto (tutto è offerto a Dio, niente è consumato dall’offerente). È un “olocausto perenne”, vale a dire che sarà celebrato “di generazione in generazione”, e anche “per sempre”. Questo sacrificio rappresenta il cuore dell’impianto sacrificale della liturgia ebraica, l’elemento quotidiano irrinunciabile, tanto che viene chiamato “il sacrificio di sempre”, quasi … sacrificio continuo! [I due sacrifici quotidiani richiamano nella liturgia cristiana Lodi e Vespro. E’ “in questo luogo”, cioè “nella preghiera comunitaria”, che il Signore “dà convegno al suo popolo e gli parla”]

Abbiamo poi un versetto cerniera, che richiama dati fondamentali. Cosa c’è “dentro” al luogo della Dimora, e cosa c’è “dentro” a questi due sacrifici? C’è la presenza di Dio! Ma c’è di più: è il luogo e il tempo di un appuntamento/incontro. La presenza di Dio diventa convegno e incontro: “Darò convegno agli Israeliti in questo luogo”.

L’incontro non sarà solo un fatto o un episodio passeggero. Dice il testo: “Abiterò in mezzo agli Israeliti”. L’abitazione poi non sarà non sarà un “condominio” più o meno lieto. “Sarò il loro Dio”. C’è dunque un’appartenenza che è … alleanza, comunione, amore.

In questo singolare “convegno” gli Israeliti faranno una esperienza forte del Signore: un Signore che “li ha fatti uscire dalla terra d’Egitto”. In conclusione: il convegno è “esperienza” di liberazione, comunione, amore; è “vita”. [Non è un con-venire anche la nostra liturgia?]

Osserverai questo comando per consacrarli …

Mag 6, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 29,1-37

Osserverai questo rito per consacrarli al mio sacerdozio. Prendi un giovenco e due arieti senza difetto; 2poi pani azzimi, focacce azzime impastate con olio e schiacciate azzime cosparse di olio: le preparerai con fior di farina di frumento. 3Le disporrai in un solo canestro e le offrirai nel canestro insieme con il giovenco e i due arieti.
4Farai avvicinare Aronne e i suoi figli all’ingresso della tenda del convegno e li laverai con acqua. 5Prenderai le vesti e rivestirai Aronne della tunica, del manto dell’efod, dell’efod e del pettorale; lo cingerai con la cintura dell’efod6gli porrai sul capo il turbante e fisserai il diadema sacro sopra il turbante. 7Poi prenderai l’olio dell’unzione, lo verserai sul suo capo e lo ungerai. 8Quanto ai suoi figli, li farai avvicinare, li rivestirai di tuniche; 9li cingerai con la cintura e legherai loro i berretti. Il sacerdozio apparterrà loro per decreto perenne. Così darai l’investitura ad Aronne e ai suoi figli.
10Farai poi avvicinare il giovenco davanti alla tenda del convegno. Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa. 11Immolerai il giovenco davanti al Signore, all’ingresso della tenda del convegno. 12Prenderai parte del suo sangue e con il dito lo spalmerai sui corni dell’altare. Il resto del sangue lo verserai alla base dell’altare. 13Prenderai tutto il grasso che avvolge le viscere, il lobo del fegato, i reni con il grasso che vi è sopra, e li farai ardere in sacrificio sull’altare. 14Ma la carne del giovenco, la sua pelle e i suoi escrementi li brucerai fuori dell’accampamento perché si tratta di un sacrificio per il peccato.
15Prenderai poi uno degli arieti; Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa. 16Immolerai l’ariete, ne raccoglierai il sangue e lo spargerai intorno all’altare. 17Dividerai in pezzi l’ariete, ne laverai le viscere e le zampe e le disporrai sui quarti e sulla testa. 18Allora farai bruciare sull’altare tutto l’ariete. È un olocausto in onore del Signore, un profumo gradito, un’offerta consumata dal fuoco in onore del Signore.
19Prenderai il secondo ariete; Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa. 20Lo immolerai, prenderai parte del suo sangue e ne porrai sul lobo dell’orecchio destro di Aronne, sul lobo dell’orecchio destro dei suoi figli, sul pollice della loro mano destra e sull’alluce del loro piede destro; poi spargerai il sangue intorno all’altare. 21Prenderai di questo sangue dall’altare e insieme un po’ d’olio dell’unzione e ne spruzzerai su Aronne e le sue vesti, sui figli di Aronne e le loro vesti: così sarà consacrato lui con le sue vesti e, insieme con lui, i suoi figli con le loro vesti.
22Prenderai il grasso dell’ariete: la coda, il grasso che copre le viscere, il lobo del fegato, i due reni, con il grasso che vi è sopra, e la coscia destra, perché è l’ariete dell’investitura. 23Prenderai anche un pane rotondo, una focaccia all’olio e una schiacciata dal canestro di azzimi deposto davanti al Signore. 24Metterai il tutto sulle palme di Aronne e sulle palme dei suoi figli e farai compiere il rito di elevazione davanti al Signore. 25Riprenderai ogni cosa dalle loro mani e la farai bruciare sull’altare, insieme all’olocausto, come profumo gradito davanti al Signore: è un’offerta consumata dal fuoco in onore del Signore.
26Prenderai il petto dell’ariete dell’investitura di Aronne e lo presenterai con rito di elevazione davanti al Signore: diventerà la tua porzione. 27 Consacrerai il petto con il rito di elevazione e la coscia con il rito di innalzamento, prelevandoli dall’ariete dell’investitura: saranno di Aronne e dei suoi figli. 28Dovranno appartenere ad Aronne e ai suoi figli, come porzione loro riservata dagli Israeliti, in forza di legge perenne. Perché è un prelevamento, un prelevamento cioè che gli Israeliti dovranno operare in tutti i loro sacrifici di comunione, un prelevamento dovuto al Signore.
29Le vesti sacre di Aronne passeranno, dopo di lui, ai suoi figli, che se ne rivestiranno per ricevere l’unzione e l’investitura. 30Quello dei figli di Aronne che gli succederà nel sacerdozio ed entrerà nella tenda del convegno per officiare nel santuario, porterà queste vesti per sette giorni.
31Poi prenderai l’ariete dell’investitura e ne cuocerai le carni in luogo santo. 32Aronne e i suoi figli mangeranno la carne dell’ariete e il pane contenuto nel canestro all’ingresso della tenda del convegno. 33Mangeranno così ciò che sarà servito per compiere il rito espiatorio, nel corso della loro investitura e consacrazione. Nessun estraneo ne deve mangiare, perché sono cose sante. 34Nel caso che al mattino ancora restasse carne del sacrificio d’investitura e del pane, brucerai questo avanzo nel fuoco. Non lo si mangerà: è cosa santa.
35Farai dunque ad Aronne e ai suoi figli quanto ti ho comandato. Per sette giorni compirai il rito dell’investitura. 36In ciascun giorno offrirai un giovenco in sacrificio per il peccato, in espiazione; toglierai il peccato dall’altare compiendo per esso il rito espiatorio, e in seguito lo ungerai per consacrarlo. 37Per sette giorni compirai il rito espiatorio per l’altare e lo consacrerai. Diverrà allora una cosa santissima e quanto toccherà l’altare sarà santo.

 

Si tratta ora del rito di consacrazione dei sacerdoti o rito di investitura.

“Osserverai questo rito per consacrarli al mio sacerdozio”. Traduco letteralmente: “Questa (è) la parola che farai per loro, per santificare loro per esercitare il sacerdozio per me.” Una contorta espressione per dire che quello che noi chiamiamo “rito”, in realtà è una “parola fatta, da farsi”, è una obbedienza; di qui l’attenzione a non trasgredire la parola … Anzi, ad accogliere il rito come dono: amarlo prima di tutto, riconoscendo in esso la presenza di Dio in mezzo a noi, e poi … farlo di cuore!

Vediamo gli elementi essenziali (per il resto leggete … senza annoiarvi troppo!).

a) Come in tutti gli atti solenni, anche in quello della consacrazione sacerdotale corre l’obbligo di un sacrificio, anzi, di vari sacrifici: il sacrificio per i peccati (quelli involontari o semplicemente rituali), l’olocausto, l’offesa consumata al fuoco, il sacrificio di comunione o di pace o di lode. A tal fine si deve predisporre la materia scarificale.

b) I sacerdoti per la consacrazione devono necessariamente apparire in stato di purità cultuale, che viene assicurato con bagni e lavatura delle vesti. L’azione si svolge davanti al Santuario. “Così darai l’investitura ad Aronne e ai suoi figli”.

c) Sacrificio per il peccato. “Poseranno le mani sulla testa (dell’animale”. Si sparge il sangue, parte sui corni dell’altare e alla base. Il grasso viene bruciato sull’altare. [nei sacrifici l’altare rappresenta sempre Dio] Il resto dell’animale lo brucerai fuori dell’accampamento. Questo sacrificio è “sacrificio per il peccato”, ovviamente, peccato dei sacerdoti.

d) Olocausto. Un altro sacrificio ancora: “Poseranno le mani sulla testa … “. Tutto l’animale viene bruciato sull’altare. Il sangue è sparso “intorno all’altare”. Questo si chiama “olocausto in onore del Signore”.

e) Altro sacrificio: “Poseranno le mani sulla testa … “. Il sangue viene sparso sulle varie parti del corpo di Aronne e dei figli, e poi “intorno all’altare”. Sangue e un po’ di olio dell’unzione è sparso sulle vesti che, così, vengono consacrate.

f) Sacrificio di investirura. Grasso dell’ariete e alimenti, “tutto sulle palme di Aronne e dei suoi figli e fari compiere il rito di elevazione davanti al Signore. Riprenderai ogni cosa dalle loro mani e la farai bruciare sull’altare … è un’offerta consumata al fuoco in onore del Signore”.

g) Sacrificio di comunione o di lode o di pace. “Il petto dell’ariete (dopo essere stato presentato al Signore) diventerà la tua porzione”. Questo si chiama “sacrificio di comunione”.

h) “Nessun estraneo ne deve mangiare, perché sono cose sante.” Per l’altare consacrato si dirà che è “Santo dei Santi”. Esattamente come era stato detto dello spazio più interno della Dimora. L’altare è il luogo dove Dio incontra l’uomo tramite le offerte che vi sono poste sopra. “Chi (allora) tocca l’altare dovrà essere santo”.

Domenica 5 maggio 2024 – VI Domenica di Pasqua – Anno B

Mag 5, 2024 | Postato da Francesca Ospitali - Accompagnamento quotidiano

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ANTIFONA DI INGRESSO:

Con voce di gioia date l’annuncio,
fatelo giungere ai confini della terra:
il Signore ha riscattato il suo popolo. Alleluia. (Cf. Is 48,20)

 

PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli (At 10,25-27.34-35.44-48)
Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Poi prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.
Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.
Parola di Dio

Salmo responsoriale: Sal 97

Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

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SECONDA LETTURA: Dalla Prima lettera di San Giovanni Apostolo  (1Gv 4,7-10)

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Parola di Dio

Alleluja, Alleluja

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

Alleluja

VANGELO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-17)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore

Farai il mando dell’efod …

Mag 4, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 28,31-43

Farai il manto dell’efod, tutto di porpora viola, 32con in mezzo la scollatura per la testa; il bordo attorno alla scollatura sarà un lavoro di tessitore come la scollatura di una corazza, che non si lacera. 33Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo disporrai sonagli d’oro: 34un sonaglio d’oro e una melagrana, un sonaglio d’oro e una melagrana intorno all’orlo inferiore del manto. 35Aronne l’indosserà nelle funzioni sacerdotali e se ne sentirà il suono quando egli entrerà nel Santo alla presenza del Signore e quando ne uscirà. Così non morirà.
36Farai una lamina d’oro puro e vi inciderai, come su di un sigillo, “Sacro al Signore”. 37L’attaccherai con un cordone di porpora viola al turbante, sulla parte anteriore. 38Starà sulla fronte di Aronne; Aronne porterà il carico delle colpe che potranno commettere gli Israeliti, in occasione delle offerte sacre da loro presentate. Aronne la porterà sempre sulla sua fronte, per attirare su di loro il favore del Signore.
39Tesserai la tunica di bisso. Farai un turbante di bisso e una cintura, lavoro di ricamo.
40Per i figli di Aronne farai tuniche e cinture. Per loro farai anche berretti per gloria e decoro. 41Farai indossare queste vesti ad Aronne, tuo fratello, e ai suoi figli. Poi li ungerai, darai loro l’investitura e li consacrerai, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. 42Farai loro inoltre calzoni di lino, per coprire la loro nudità; dovranno arrivare dai fianchi fino alle cosce. 43Aronne e i suoi figli li indosseranno quando entreranno nella tenda del convegno o quando si avvicineranno all’altare per officiare nel santuario, perché non incorrano in una colpa che li farebbe morire. È una prescrizione perenne per lui e per i suoi discendenti.

 

“Farai il manto dell’efod, tutto di porpora viola … “. La descrizione pone il manto dopo l’efod, in realtà deve trattarsi di una talare indossata sotto l’efod. Caratteristica di questo abito è il suo lembo, costituito da melagrane di porpora alternate a sonagli d’oro. Si spiega anche la finalità dei sonagli: “se ne sentirà il suono, quando Aronne entrerà nel Santo alla presenza del Signore e quando ne uscirà. Così non morirà”. [I sonagli tengono all’erta Aronne: si comporti bene ritualmente, perché è alla presenza di Dio]

“Farai una lamina d’oro puro e vi inciderai, come su di un sigillo, queste parole: “Sacro al Signore”. Attaccata al turbante, la lamina sta “di/sulla fronte” di Aronne, quando questi celebra: “di fronte” al Signore. Sacro dice riferimento ad appartenenza: Aronne, con tutte le offerte che porterà, appartiene al Signore. Sacre/sante sono anche le offerte cultuali, portatrici di perdono per Aronne e tutto il popolo.

Si chiede a Mosè di fare indossare queste vesti ad Aronne e ai suoi figli e di consacrarli, “perché esercitino il sacerdozio in mio onore”. Non solo i “calzoni di lino” ma tutti gli abiti sacerdotali servono a coprire la “nudità” (organi genitali, ma anche la debolezza o fragilità o indegnità). [Sacerdoti di altri popoli intendevano la nudità come realtà che ti avvicina di più a Dio, quindi celebravano nudi. Non era così per Israele, dove la nudità poteva significare anche situazione di peccato e quindi “indegnità”]

Farai avvicinare a te …

Mag 3, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 28,1-30

Fa’ avvicinare a te, in mezzo agli Israeliti, Aronne tuo fratello e i suoi figli con lui, perché siano miei sacerdoti: Aronne, Nadab e Abiu, Eleàzaro e Itamàr, figli di Aronne.
2Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri, per gloria e decoro. 3Parlerai a tutti gli artigiani più esperti, che io ho riempito di uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l’esercizio del sacerdozio in mio onore. 4E questi sono gli abiti che faranno: il pettorale e l’efod, il manto, la tunica ricamata, il turbante e la cintura. Faranno vesti sacre per Aronne, tuo fratello, e per i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. 5Useranno oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso.
6Faranno l’efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, artisticamente lavorati. 7Avrà due spalline attaccate alle due estremità e in tal modo formerà un pezzo ben unito. 8La cintura per fissarlo, che sta sopra di esso, sarà della stessa fattura e sarà d’un sol pezzo: sarà intessuta d’oro, di porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. 9Prenderai due pietre di ònice e inciderai su di esse i nomi dei figli d’Israele: 10sei dei loro nomi sulla prima pietra e gli altri sei nomi sulla seconda pietra, in ordine di nascita. 11Inciderai le due pietre con i nomi dei figli d’Israele, seguendo l’arte dell’intagliatore di pietre per l’incisione di un sigillo; le inserirai in castoni d’oro. 12Fisserai le due pietre sulle spalline dell’efod, come memoriale per i figli d’Israele; così Aronne porterà i loro nomi sulle sue spalle davanti al Signore, come un memoriale. 13Farai anche i castoni d’oro 14e due catene d’oro puro in forma di cordoni, con un lavoro d’intreccio; poi fisserai le catene a intreccio sui castoni.
15Farai il pettorale del giudizio, artisticamente lavorato, di fattura uguale a quella dell’efod: con oro, porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. 16Sarà quadrato, doppio; avrà una spanna di lunghezza e una spanna di larghezza. 17Lo coprirai con un’incastonatura di pietre preziose, disposte in quattro file. Prima fila: una cornalina, un topazio e uno smeraldo; 18seconda fila: una turchese, uno zaffìro e un berillo; 19terza fila: un giacinto, un’àgata e un’ametista; 20quarta fila: un crisòlito, un’ònice e un diaspro. Esse saranno inserite nell’oro mediante i loro castoni. 21Le pietre corrisponderanno ai nomi dei figli d’Israele: dodici, secondo i loro nomi, e saranno incise come sigilli, ciascuna con il nome corrispondente, secondo le dodici tribù. 22Sul pettorale farai catene in forma di cordoni, lavoro d’intreccio d’oro puro. 23Sul pettorale farai anche due anelli d’oro e metterai i due anelli alle estremità del pettorale. 24Metterai le due catene d’oro sui due anelli alle estremità del pettorale. 25Quanto alle altre due estremità delle catene, le fisserai sui due castoni e le farai passare sulle due spalline dell’efod nella parte anteriore. 26Farai due anelli d’oro e li metterai sulle due estremità del pettorale, sul suo bordo che è dall’altra parte dell’efod, verso l’interno. 27Farai due altri anelli d’oro e li metterai sulle due spalline dell’efod in basso, sul suo lato anteriore, in vicinanza del punto di attacco, al di sopra della cintura dell’efod28Si legherà il pettorale con i suoi anelli agli anelli dell’efod mediante un cordone di porpora viola, perché stia al di sopra della cintura dell’efod e perché il pettorale non si distacchi dall’efod29Così Aronne porterà i nomi dei figli d’Israele sul pettorale del giudizio, sopra il suo cuore, quando entrerà nel Santo, come memoriale davanti al Signore, per sempre. 30Unirai al pettorale del giudizio gli urìm e i tummìm. Saranno così sopra il cuore di Aronne quando entrerà alla presenza del Signore: Aronne porterà il giudizio degli Israeliti sopra il suo cuore alla presenza del Signore, per sempre.

 

Dopo aver descritto la Dimora/Santuario, la narrazione passa a illustrare i soggetti che vi opereranno, cioè i sacerdoti. Tra i figli di Israele sceglierai (questo è il senso di “fa avvicinare a te”) “i figli di Aronne perché siano miei sacerdoti”. Tutto il popolo di Israele è sacerdote, ma alcuni (figli e discendenti di Aronne) sono “consacrati” per l’esercizio fondamentale del sacerdozio, nella forma del culto nella Dimora.

La loro descrizione passa attraverso un elemento apparentemente secondario, quello del vestito. Bisogna subito dire che il vestito non costituisce soltanto un dato pratico, bensì rappresenta l’identità della persona, specialmente del suo ufficio. Per questo, la descrizione degli abiti sacerdotali significa una riflessione teologica sul sacerdozio destinato al culto. Si vuol dire: Dio è presente nell’esercizio del culto da parte dei sacerdoti. Vediamo brevemente alcuni abiti [Stiano attente soprattutto le donne e particolarmente le “donne del ricamo”. Io non ci capisco niente!]

“Faranno l’efod con oro … “. L’efod è un corsetto fissato al petto e sostenuto da spalline. Diversamente descritto in altri testi biblici, l’impressione è che il narratore voglia evidenziare la sua importanza teologica. Si insiste sulle spalline e in particolare sulle due pietre di onice su cui sono incisi i nomi dei figli di Israele. Commento teologico/liturgico: “Così Aronne porterà i loro nomi sulle sue spalle davanti al Signore, come un memoriale”.

“Farai il pettorale del giudizio … “. Il pettorale è una specie di tasca quadrata appesa all’efod, coperta “con una incastonatura di pietre preziose, che … “corrisponderanno ai nomi dei figli di Israele”. Altro commento teologico/liturgico, che viene così espresso dal testo stesso: “Così Aronne porterà i nomi dei figli d’Israele sul pettorale del giudizio, sopra il suo cuore, quando entrerà nel Santo, come memoriale davanti al Signore, per sempre. Unirai al pettorale del giudizio gli urìm e i tummìm [oggetti utilizzati per conoscere la volontà di Dio, tirando a sorte]. Saranno così sopra il cuore di Aronne quando entrerà alla presenza del Signore: Aronne porterà il giudizio degli Israeliti (cioè gli strumenti per giudicare/discernere) sopra il suo cuore alla presenza del Signore, per sempre.

Farai l’altare di legno …

Mag 2, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 27,1-21

1Farai l’altare di legno di acacia: avrà cinque cubiti di lunghezza e cinque cubiti di larghezza. L’altare sarà quadrato e avrà l’altezza di tre cubiti. 2Farai ai suoi quattro angoli quattro corni e costituiranno un sol pezzo con esso. Lo rivestirai di bronzo. 3Farai i suoi recipienti per raccogliere le ceneri, le sue palette, i suoi vasi per l’aspersione, le sue forcelle e i suoi bracieri. Farai di bronzo tutti questi accessori. 4Farai per esso una graticola di bronzo, lavorato in forma di rete, e farai sulla rete quattro anelli di bronzo alle sue quattro estremità. 5La porrai sotto la cornice dell’altare, in basso: la rete arriverà a metà dell’altezza dell’altare. 6Farai anche stanghe per l’altare: saranno stanghe di legno di acacia e le rivestirai di bronzo. 7Si introdurranno queste stanghe negli anelli e le stanghe saranno sui due lati dell’altare quando lo si trasporta. 8Lo farai di tavole, vuoto nell’interno: lo faranno come ti fu mostrato sul monte.
9Farai poi il recinto della Dimora. Sul lato meridionale, verso sud, il recinto avrà tendaggi di bisso ritorto, per la lunghezza di cento cubiti sullo stesso lato. 10Vi saranno venti colonne con venti basi di bronzo. Gli uncini delle colonne e le loro aste trasversali saranno d’argento. 11Allo stesso modo sul lato rivolto a settentrione: tendaggi per cento cubiti di lunghezza, le relative venti colonne con le venti basi di bronzo, gli uncini delle colonne e le aste trasversali d’argento. 12La larghezza del recinto verso occidente avrà cinquanta cubiti di tendaggi, con le relative dieci colonne e le dieci basi. 13La larghezza del recinto sul lato orientale verso levante sarà di cinquanta cubiti: 14quindici cubiti di tendaggi con le relative tre colonne e le tre basi alla prima ala; 15all’altra ala quindici cubiti di tendaggi, con le tre colonne e le tre basi. 16Alla porta del recinto vi sarà una cortina di venti cubiti, lavoro di ricamatore, di porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, con le relative quattro colonne e le quattro basi. 17Tutte le colonne intorno al recinto saranno fornite di aste trasversali d’argento: i loro uncini saranno d’argento e le loro basi di bronzo. 18La lunghezza del recinto sarà di cento cubiti, la larghezza di cinquanta, l’altezza di cinque cubiti: di bisso ritorto, con le basi di bronzo. 19Tutti gli arredi della Dimora, per tutti i suoi servizi, e tutti i picchetti, come anche i picchetti del recinto, saranno di bronzo.
20Tu ordinerai agli Israeliti che ti procurino olio puro di olive schiacciate per l’illuminazione, per tener sempre accesa una lampada. 21Nella tenda del convegno, al di fuori del velo che sta davanti alla Testimonianza, Aronne e i suoi figli la prepareranno, perché dalla sera alla mattina essa sia davanti al Signore: rito perenne presso gli Israeliti di generazione in generazione.

 

“Farai l’altare del legno di acacia … “. L’altare è in legno di acacia e rivestito di bronzo; forma un perfetto quadrato (= 2,5 x 2,5 metri), alto 1,5 m. ed è dotato agli angoli di quattro corni, facenti con esso un corpo unico. I corni costituiscono la parte più santa dell’altare: simboli di forza, rappresentano (anche per altri culti) la divinità. Questo altare è vuoto dentro, sagomato al centro con una graticola sulla quale venivano posati gli animali per il sacrificio. È chiamato “altare degli olocausti” e sta al centro di un atrio [recinto] della misura di circa 50 x 25 metri. Non è da confondere con l’altro altare posto davanti al Santo dei Santi, che è l’altare d’oro dei profumi/incenso. Quanto alla sua costruzione pratica, il narratore insiste: “Lo faranno come ti fu mostrato sul monte”, cioè, come ha detto Dio … in obbedienza alla sua parola.

” Tu ordinerai agli Israeliti che ti procurino olio puro di olive schiacciate per l’illuminazione, per tener sempre accesa una lampada”. È l’olio per la lampada (candelabro) che sta davanti alla Testimonianza, cioè che sta di fronte al velo del Santo dei Santi. “Aronne e i suoi figli la prepareranno, perché dalla sera alla mattina essa sia davanti al Signore: rito perenne presso gli Israeliti di generazione in generazione”. L’accensione della lampadacostituisce il primo servizio sacerdotale. Non si tratta soltanto di illuminare l’ambiente buio del Santo (aula dei sacerdoti o navata) durante la notte, bensì di esprimere il segno della presenza del Signore … al di là del velo.

La Dimora sarà “una”

Mag 1, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 26,1-37

Quanto alla Dimora, la farai con dieci teli di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto. Vi farai figure di cherubini, lavoro d’artista. 2La lunghezza di un telo sarà di ventotto cubiti; la larghezza di quattro cubiti per un telo; la stessa dimensione per tutti i teli. 3Cinque teli saranno uniti l’uno all’altro e anche gli altri cinque saranno uniti l’uno all’altro. 4Farai cordoni di porpora viola sull’orlo del primo telo all’estremità della sutura; così farai sull’orlo del telo estremo nella seconda sutura. 5Farai cinquanta cordoni al primo telo e farai cinquanta cordoni all’estremità della seconda sutura: i cordoni corrisponderanno l’uno all’altro. 6Farai cinquanta fibbie d’oro e unirai i teli l’uno all’altro mediante le fibbie, così la Dimora formerà un tutto unico. 7Farai poi teli di pelo di capra per la tenda sopra la Dimora. Ne farai undici teli. 8La lunghezza di un telo sarà di trenta cubiti; la larghezza di quattro cubiti per un telo; la stessa dimensione per gli undici teli. 9Unirai insieme cinque teli da una parte e sei teli dall’altra. Piegherai in due il sesto telo sulla parte anteriore della tenda. 10Farai cinquanta cordoni sull’orlo del primo telo, che è all’estremità della sutura, e cinquanta cordoni sull’orlo del telo della seconda sutura. 11Farai cinquanta fibbie di bronzo, introdurrai le fibbie nei cordoni e unirai insieme la tenda; così essa formerà un tutto unico. 12La parte che pende in eccedenza nei teli della tenda, la metà cioè di un telo che sopravanza, penderà sulla parte posteriore della Dimora. 13Il cubito in eccedenza da una parte, come il cubito in eccedenza dall’altra parte, nel senso della lunghezza dei teli della tenda, ricadranno sui due lati della Dimora, per coprirla da una parte e dall’altra. 14Farai per la tenda una copertura di pelli di montone tinte di rosso e al di sopra una copertura di pelli di tasso.
15Poi farai per la Dimora le assi di legno di acacia, da porsi verticali. 16La lunghezza di un’asse sarà dieci cubiti e un cubito e mezzo la larghezza. 17Ogni asse avrà due sostegni, congiunti l’uno all’altro da un rinforzo. Così farai per tutte le assi della Dimora. 18Farai dunque le assi per la Dimora: venti assi verso il mezzogiorno, a sud. 19Farai anche quaranta basi d’argento sotto le venti assi, due basi sotto un’asse, per i suoi due sostegni, e due basi sotto l’altra asse, per i suoi due sostegni. 20Per il secondo lato della Dimora, verso il settentrione, venti assi, 21come anche le loro quaranta basi d’argento, due basi sotto un’asse e due basi sotto l’altra asse. 22Per la parte posteriore della Dimora, verso occidente, farai sei assi. 23Farai inoltre due assi per gli angoli della Dimora sulla parte posteriore. 24Esse saranno formate ciascuna da due pezzi uguali abbinati e perfettamente congiunti dal basso fino alla cima, all’altezza del primo anello. Così sarà per ambedue: esse formeranno i due angoli. 25Vi saranno dunque otto assi, con le loro basi d’argento: sedici basi, due basi sotto un’asse e due basi sotto l’altra asse. 26Farai inoltre traverse di legno di acacia: cinque per le assi di un lato della Dimora 27e cinque traverse per le assi dell’altro lato della Dimora e cinque traverse per le assi della parte posteriore, verso occidente. 28La traversa mediana, a mezza altezza delle assi, le attraverserà da una estremità all’altra. 29Rivestirai d’oro le assi, farai in oro i loro anelli, che serviranno per inserire le traverse, e rivestirai d’oro anche le traverse. 30Costruirai la Dimora secondo la disposizione che ti è stata mostrata sul monte.
31Farai il velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto. Lo si farà con figure di cherubini, lavoro d’artista. 32Lo appenderai a quattro colonne di acacia, rivestite d’oro, munite di uncini d’oro e poggiate su quattro basi d’argento. 33Collocherai il velo sotto le fibbie e là, nell’interno oltre il velo, introdurrai l’arca della Testimonianza. Il velo costituirà per voi la separazione tra il Santo e il Santo dei Santi. 34Porrai il propiziatorio sull’arca della Testimonianza nel Santo dei Santi. 35Collocherai la tavola fuori del velo e il candelabro di fronte alla tavola sul lato meridionale della Dimora; collocherai la tavola sul lato settentrionale. 36Farai una cortina all’ingresso della tenda, di porpora viola e di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto, lavoro di ricamatore. 37Farai per la cortina cinque colonne di acacia e le rivestirai d’oro. I loro uncini saranno d’oro e fonderai per esse cinque basi di bronzo.

“Quanto alla Dimora …”. Bisogna dire alcune cose, più di tipo teologico spirituale, prima di entrare in merito alla costruzione stessa.

Quel Dio che dà l’ordine di costruzione della Dimora (chiamata anche Tabernacolo o Tenda) dimora/abita all’interno del prodotto nato dall’obbedienza, accettando di abitare nel mondo fra il popolo appena creato, il tutto per Israele e per il mondo.

E’ l’obbedienza del popolo che provvede proprio una tale Dimora per Dio. Eppure, l’obbedienza del popolo non termina con il completamento della Dimora; la sua vita intera e il suo culto devono conformarsi a questa obbedienza.

a) Lo spostamento della dimora di Dio dalla montagna al tabernacolo come luogo della sua dimora in mezzo a Israele non è semplicemente uno spostamento spaziale: si tratta di un importante spostamento teologico. Dio lascia la montagna, la tipica dimora degli dèi, e viene ad abitare in mezzo al popolo di Dio. Dio non è come gli dèi che rimangono a qualche distanza da un mondo sgradevole, che gioiscono della propria vita, spesso incuranti e dimentichi dei problemi delle creature. Dio fissa la dimora proprio nel cuore della comunità umana. Il popolo non sarà più chiamato a “salire” da Dio; Dio “scende” da loro. Non più … “salite” sul monte, neanche per Mosè.

b) Poiché l’essere umano non è semplicemente una creatura spirituale ma del tutto fisica, nel culto di Israele ci devono essere cose da toccare, così come da vedere e da ascoltare, contatti e movimenti. Il Tabernacolo mette tutto questo a disposizione.

c) Dio promette di essere presente in un luogo determinato; quindi il popolo può essere fiducioso di poter sperimentare la presenza di Dio in quel luogo. Ci si può fidare del fatto che Dio costituisce una presenza stabilizzante e benefica. D’altra parte, se Dio fissa la residenza in un luogo particolare, non può però essere “localizzato” o “controllato”, a un cenno e a una parola del fedele: Dio è nello stesso tempo vicino e lontano.

d) Per questo il Tabernacolo è mobile, non una struttura permanente e statica. Il Tabernacolo è una specie “Sinai mobile”, un “camper” per Dio. È interessante notare che le stanghe non possono essere mai rimosse dall’arca, per essere pronta (l’arca, e quindi la presenza di Dio) a muoversi col popolo. Il Tabernacolo sarà sempre in movimento.

e) Il Tabernacolo svolge ulteriori funzioni oltre a quella di essere veicolo della presenza divina. Il Tabernacolo serve al meglio la comunità mentre continua le sue peregrinazioni. Questo servizio è assolto con la presentazione di sacrifici e offerte da parte del sacerdozio. C’è un’attività di intercessione davanti a Dio, per il bene del popolo.

f) Il Tabernacolo è un luogo in cui Dio può incontrare e parlare con Mosè. È luogo di rivelazione, perché è luogo di convegno: in esso, Mosè conserva il suo ruolo di mediatore.

g) Nel corso del peregrinare nel deserto, Dio dà a Israele due istituzioni basilari: la Legge e la Dimora. Questi doni sono simili, in quanto entrambi trasportabili, entrambi tesi a mettere un certo ordine nel disordine, entrambi danno un orientamento preciso alla vita. Essi provvedono un’indicazione etica e un’indicazione liturgica.

Infine una annotazione sul testo di oggi. Dopo aver descritto gli oggetti più importanti della Dimora, cioè l’arca e il propiziatorio (coperchio), la tavola dei pani della Presenza e il candelabro (luce), la narrazione prosegue con la descrizione della Dimora stessa.

Non pensiamo a un tempio o a una chiesa, si tratta di una grandissima tenda composta di teli. Ci sono tanti pezzi di teli o di legname o di cordoni o di metalli preziosi e tanti colori, ma tutto si compone in unità e armonia. Il versetto 6 termina così: “La dimora formerà un tutto unico”. [Letteralmente, la dimora sarà “una”]. Unità, dunque, ma soprattutto “unicità”, come dire, c’è solo quella! Ma anche le persone/artigiani che fanno i tanti pezzi debbono essere uniti, lavorare assieme, non tanto con estro, ma con precisa e puntuale obbedienza.

“Farai il velo di porpora viola …  e là nell’interno oltre il velo, introdurrai l’arca della Testimonianza … il velo costituirà per voi la separazione tra il Santo e il santo dei Santi“. Il Santo è il luogo dove possono officiare i sacerdoti e dove si trovano la tavola della Presenza (o dei pani), il candelabro e l’altare dei profumi. Il velo, dunque, sta tra il Santo e il Santo dei Santi. Il Santo dei Santi è il luogo buio dove si trova l’arca della Testimonianza o dell’alleanza. Questo luogo è un cubo (= 5x5x5 metri).

“Porrai il propiziatorio sull’arca della Testimonianza nel Santo dei Santi”. Il propiziatorio, dunque, è una specie di coperchio sull’arca. Sul coperchio stanno i due Cherubini, uniti all’arca e al coperchio.

 

Farai anche un candelabro di oro puro

Apr 30, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 25,31-40

31Farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo. 32Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall’altro lato. 33Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla, e così anche sull’altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro. 34Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle: 35un bulbo sotto i due bracci che si dipartono da esso e un bulbo sotto i due bracci seguenti e un bulbo sotto gli ultimi due bracci che si dipartono da esso; così per tutti i sei bracci che escono dal candelabro. 36I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato da una sola massa d’oro puro lavorata a martello. 37Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso. 38I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d’oro puro. 39Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi accessori. 40Guarda ed esegui secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte

Un candelabro a sette bracci si trova davanti all’arca. Non c’è una misura precisa. Il candelabro è l’oggetto più conosciuto della Dimora. E’ parallelo alla tavola dei pani e, come quella tavola, è volto, meglio, è luce e prende luce dall’essere “davanti ad essa”, cioè la tavola dei pani e alla tenda del luogo più sacro … “davanti al Signore”.

Arca, coperchio, tavola, candelabro sono la parte più importante della Dimora e formano quello che sarà chiamato (nel tempio) il Santo dei santi o Santissimo. È il luogo della presenza di Dio. Di Dio si dice che “siede sui cherubini”.

Ogni tanto risuona e incontriamo questa osservazione che dà il tono e il senso a tutta la descrizione: “Guarda ed esegui secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”. La realtà/modello sta sul monte, cioè in Dio, il culto della terra è soltanto una “copia”, certamente importante e feconda, ma non è il modello, la fonte. Deve esercitarsi in ascolto di Dio, più precisamente, di quello che ha etto Dio. Il culto è obbedienza, in quanto è guidato dalla Parola.

Io ti darò convegno in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio

Apr 29, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Esodo 25,10-30
10Faranno, dunque, un’arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. 11La rivestirai d’oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo d’oro. 12Fonderai per essa quattro anelli d’oro e li fisserai ai suoi quattro piedi: due anelli su di un lato e due anelli sull’altro. 13Farai stanghe di legno di acacia e le rivestirai d’oro. 14Introdurrai le stanghe negli anelli sui due lati dell’arca per trasportare con esse l’arca. 15Le stanghe dovranno rimanere negli anelli dell’arca: non verranno tolte di lì. 16Nell’arca collocherai la Testimonianza che io ti darò.
17Farai il propiziatorio, d’oro puro; avrà due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza. 18Farai due cherubini d’oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del propiziatorio. 19Fa’ un cherubino a una estremità e un cherubino all’altra estremità. Farete i cherubini alle due estremità del propiziatorio. 20I cherubini avranno le due ali spiegate verso l’alto, proteggendo con le ali il propiziatorio; saranno rivolti l’uno verso l’altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il propiziatorio. 21Porrai il propiziatorio sulla parte superiore dell’arca e collocherai nell’arca la Testimonianza che io ti darò. 22Io ti darò convegno in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull’arca della Testimonianza, dandoti i miei ordini riguardo agli Israeliti.
23Farai una tavola di legno di acacia: avrà due cubiti di lunghezza, un cubito di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. 24La rivestirai d’oro puro e le farai attorno un bordo d’oro. 25Le farai attorno una cornice di un palmo e farai un bordo d’oro per la cornice. 26Le farai quattro anelli d’oro e li fisserai ai quattro angoli, che costituiranno i suoi quattro piedi. 27Gli anelli saranno contigui alla cornice e serviranno a inserire le stanghe, destinate a trasportare la tavola. 28Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d’oro; con esse si trasporterà la tavola. 29Farai anche i suoi piatti, coppe, anfore e tazze per le libagioni: li farai d’oro puro. 30Sulla tavola collocherai i pani dell’offerta: saranno sempre alla mia presenza.

Prosegue, nel linguaggio, il futuro del verbo fare: “farai” o “faranno”.

“Faranno dunque un’arca di legno di acacia”. L’arca col suo coperchio è l’oggetto di culto più importante. Misura 125 centimetri di lunghezza e 75 di larghezza. Dev’essere rivestita d’oro all’interno e all’esterno. È trasportabile con due stanghe, poiché deve essere pronta a partire in ogni momento. Nell’arca deve essere conservato il “documento dell’Alleanza” (probabilmente le tavole col Decalogo).

Il coperchio (o propiziatorio). Misura come l’arca. Alle due estremità “farai due cherubini (esseri ibridi con testa umana e corpo animale)”. Sono come dei custodi della presenza di Dio. Il coperchio è la sede della presenza particolare del Signore, che d’ora in poi vuol parlare con Mosè, là. “Io ti darò convegno in quel luogo, parlerò con te da sopra il propiziatorio.”

Pani dell’esposizione. Stanno davanti all’arca. I pani vengono ambiati una volta alla settimana; solo i sacerdoti e le loro famiglie possono mangiare quei pani.