Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me

Set 9, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 7,37-52

37Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva 38chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». 39Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato. 40All’udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». 41Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». 43E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.
45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». 

 

Gesù aveva detto che non sarebbe salito alla festa e invece … “il grande giorno della festa, ritto in piedi (nel tempio) gridò: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me”. Durante la festa delle Capanne (Sukkot) le persone portavano l’acqua in una brocca d’oro dalla piscina di Siloe al tempio … con grande allegrezza. Per questo Gesù dice di andare da lui (non alla Piscina) e bere.

Bere, come? Si beve credendo in lui. E credendo in lui si diventa sorgente di acqua viva, come dice la Scrittura. Giovanni evangelista (la comunità post-pasquale che vive con lui) commenta così. È Gesù che dà lo Spirito, e lo dà quando sarà “glorificato”, cioè nella sua morte. Credendo in Gesù, “glorificato attraverso la morte/risurrezione”, si ha il suo Spirito, si diventa “sorgente d’acqua viva”, si ha per sempre gioia e vita!

“All’udire queste parole … “. Reazioni varie e contrastanti. Alcuni: Gesù è “il profeta”, “simile a Mosè”, come preannunciato. Altri: Gesù è “il Cristo/Messia”. Altri ancora (di risposta): Gesù viene dalla Galilea e non può essere il Cristo; la Scrittura infatti dice che deve venire da Betlemme, il villaggio di Davide. Questa situazione di incertezza, di domande con risposte “troppo alte” da parte di Gesù crea dissenso tra la gente (gr. schisma). C’è chi vuole arrestarlo, ma non ha il coraggio. In un qualche modo tutti sono “affascinati” da Gesù, anche se hanno reazioni opposte.

Impariamo che “sacerdoti e farisei” avevano di fatto avviate le pratiche per l’arresto, mandano guardie. I primi a essere “affascinati” sono proprio quelli che dovevano arrestarlo: “Mai un uomo ha parlato così”. Si può intendere: queste non sono parole di un uomo!

Si parlava di “fascino”. I Farisei parlano di “inganno”: solo dei “poveretti”, solo dei “manipolati”, solo “gente che non conosce la legge” e quindi dei “maledetti” potrebbero cadere in questo inganno. Capi e Farisei non sono caduti nell’inganno e non hanno creduto in Gesù. Tra i farisei, c’era uno che si chiamava Nicodemo e che conosciamo già. Nicodemo vuole mettere la cosa sul piano della Legge e quindi della Volontà di Dio. Dio non vuole che uno sia condannato prima di “essere ascoltato e sapere cosa fa”. Sembra dire: Dio ha tanti modi per parlarci … e lui ne sapeva qualcosa! Nicodemo viene insultato in duplice modo: gli dicono: sei un Galileo, e poi sei un ignorante che ha bisogno di studiare la Legge.

[C’è una lettura fondamentalista o ideologica della Scrittura che si aggrappa a una parola o a un versetto per creare una “verità/sistema” intoccabile. Il risultato è che tutto il resto della Scrittura non conta, nemmeno si legge, o si legge alla luce della tua verità/sistema e quindi stravolgendo il significato]

Domenica 8 Settembre 2024 – XXIII Tempo Ordinario – Anno B

Set 8, 2024 | Postato da Francesca Ospitali - Accompagnamento quotidiano

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ANTIFONA DI INGRESSO:

Tu sei giusto, o Signore, e retto nei tuoi giudizi:
agisci con il tuo servo secondo il tuo amore. (Sal 118,137.124)

PRIMA LETTURA

Dal Libro del profeta Isaia (Is 35,4.7)

Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua.
Parola di Dio

Salmo responsoriale: Sal 145

Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

 

SECONDA LETTURA: Dalla lettera di San Giacomo Apostolo (Gc 2,1-5)

Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.
Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?
Parola di Dio

 

Alleluja, Alleluja

Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.

Alleluja

VANGELO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Parola del Signore

Dove sono io, voi non potete venire

Set 7, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 7,25-36

 25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».
32I farisei udirono che la gente andava dicendo sottovoce queste cose di lui. Perciò i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. 33Gesù disse: «Ancora per poco tempo sono con voi; poi vado da colui che mi ha mandato. 34Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire». 35Dissero dunque tra loro i Giudei: «Dove sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e insegnerà ai Greci? 36Che discorso è quello che ha fatto: «Voi mi cercherete e non mi troverete», e: «Dove sono io, voi non potete venire»?».

 

C’è divisione riguardo a Gesù: ci sono i Giudei/Autorità, i Giudei/Folla, alcuni Abitanti di Gerusalemme, i Giudei e basta …

“Alcuni Abitanti di Gerusalemme”: sono, forse, i discendenti di quei Giudei che non erano andati in esilio a Babilonia, e che avevano una fede popolare, schietta, anche se un po’ “ritoccata” da tanti non giudei residenti a Gerusalemme. Ebbene, sono proprio loro a esprimere un giudizio che suona (almeno) come un dubbio: “«Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Nella loro fede tradizionale c’era l’attesa del Messia, ma di un Messia che “nessuno saprà di dove sia, mentre costui sappiamo di dov’è”. Era la fede in un “Messia nascosto”, preesistente, comunque inviato da Dio e che si sarebbe manifestato a suo tempo. Il punto è … “da dove” il Messia? … “da dove” costui?

Gesù si trova nel tempio e sta insegnando. Risponde così: Vi chiedete “da dove” il Messia? Ebbene, io vi dico che “non sono venuto da me stesso”. Tradotto: Vengo da Dio: “ed egli mi ha mandato”, per questo, lo conosco. Voi, invece, non lo conoscete. C’è un’amara considerazione, qui, e in tutto il Vangelo di Giovanni: non conoscere Gesù come inviato di Dio, è non conoscere Dio (o … credere di conoscerlo).

Dopo la decisione di uccidere, viene il tentativo di arrestare Gesù, “ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.” La divisione riguardo a Gesù si allarga: “Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?». Questo atteggiamento si chiama “dubbio positivo” o anche “non giudicare secondo le apparenze”.

Compaiono di nuovo i Farisei, che avevano fatto l’interrogatorio a Giovanni Battista, agli inizi. Essi si agganciano ai “capi dei Sacerdoti” (in un certo senso al Potere) e “mandano guardie per arrestare Gesù”. Le risposte di Gesù sono sempre ad “altro e alto livello”, ma sempre pertinenti e illuminanti. Voi avete deciso di eliminarmi, ma … me ne vado io “al tempo opportuno”; e vado da “colui che mi ha mandato”. Aggiunge: “Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire”. Qui, il cercare ha un senso positivo e non si riferisce alla decisione di far morire Gesù. Egli sembra dire: mi cercherete, ma sarà troppo tardi, perché io sarò presso il Padre.

Ovviamente essi non capiscono! Eppure (come spesso avviene e Giovanni lo nota con quella che si chiama “ironia”) dicono giusto, profetizzano: Gesù (Gesù risorto e gli annunciatori della risurrezione) andrà tra “quelli (ebrei) che sono dispersi tra i Greci e insegnerà ai Greci (sono i pagani)”. [La lettura degli Atti degli Apostoli, fatta da poco, sosteneva esattamente questo]

 

Chi ha sete, venga a me e beva che crede in me

Set 6, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 7,11-24

11I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov’è quel tale?». 12E la folla, sottovoce, faceva un gran parlare di lui. Alcuni infatti dicevano: «È buono!». Altri invece dicevano: «No, inganna la gente!». 13Nessuno però parlava di lui in pubblico, per paura dei Giudei.14Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. 15I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». 16Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. 19Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». 20Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». 21Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. 22Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? 24Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!».

 

Da questo punto del Vangelo di Giovanni, i Giudei non sono il popolo tutto, ma le Autorità. Il popolo fa un “gran parlare” di Gesù sia in bene che in male: “è buono … no, inganna”, ma lo fa di nascosto “per paura delle Autorità”. A metà della festa Gesù si presenta: “salì al tempio e si mise a insegnare”.

Ebbene, i Giudei (penso i capi che presiedevano all’insegnamento nel tempio) domandano/provocano Gesù: “Come mai costui conosce le Scritture senza aver studiato?”. [Apprendiamo che l’insegnamento era una qualche rilettura delle Scritture, quasi una traduzione popolare simultanea per arrivare a conoscere i comportamenti da seguire]

Risposta di Gesù. Non sto facendo – dice – una traduzione delle Scritture per arrivare a conclusioni pratiche; sto ascoltando Dio che mi ha mandato e che parla attraverso di me. La vostra domanda trova risposta ultima in Dio stesso: fate la sua volontà e capirete che io parlo “da lui” e “come lui”. Chi parla … “da se steso” cerca la sua gloria, cioè, cerca “se stesso”. Io cerco la gloria di Dio. [Dio, in rapporto a Gesù, è quasi sempre qualificato da Gesù come “colui che mi ha mandato”. In questo senso, Gesù non si presenta come un leader solitario, ma sempre come un “inviato da Dio”] È così che in Gesù “non c’è ingiustizia”: c’è un rapporto retto/giusto con Dio.

Anche Mosè è inviato di Dio e vi ha donato la Legge. “Eppure, nessuno di voi osserva la Legge”. Infatti “cercate di uccidermi”. Interviene la folla (non le Autorità): “Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?”. La Legge permetteva, anzi, comandava a volte di uccidere, ma sempre in riferimento a opere e … opere cattive. Gesù ha compiuto un’opera (guarigione di uno storpio), ma l’ha compiuta di sabato … Dunque, l’opera cattiva sarebbe l’aver guarito … di sabato.

Voi circoncidete (e lo fate perché è Dio che vi ha dato questo comando) e circoncidete di sabato (ma Dio vi ha comandato di non lavorare di sabato). Come la mettiamo? Anche voi, allora, fate un’opera cattiva? [Per capire le parole di Gesù, bisogna pensare che la circoncisione era considerata una specie di guarigione, ma soltanto del … prepuzio, organo maschile, con una piccola asportazione di pelle]

Prosegue Gesù. Questa piccola operazione voi la fate di sabato per osservare la Legge. Io che “ho guarito un uomo interamente”, sarei per voi un peccatore, perché ho agito di sabato? “Non giudicate secondo le apparenze, giudicate con giusto giudizio”. Giudicare “secondo le apparenze” (gr. a faccia) significa giudicare secondo il proprio punto … di faccia/vista, cioè, da se stessi, cioè ancora, cercando se stessi, la proprio gloria (come Gesù aveva detto sopra).

Festa delle Capanne

Set 5, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 7,1-10

1 Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. 3I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va’ nella Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi. 4Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di nascosto. Se fai queste cose, manifesta te stesso al mondo!». 5Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. 6Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto. 7Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive. 8Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». 9Dopo aver detto queste cose, restò nella Galilea.
10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto
.

”Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo”. È un’indicazione di una scelta di Gesù (in Giudea lo vogliono uccidere) che, poi, avrà un cambiamento singolare.

 ” Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne.” La festa delle Capanne (ebr. Sukkot) era una festa autunnale di pellegrinaggio che durava una settimana: celebrava la mietitura e commemorava il periodo di tempo trascorso da Israele nel deserto dopo l’esodo. Il rifiuto di Gesù, seguito dalla sua partecipazione di nascosto, mostra che egli obbedisce al precetto, ma non in compagnia dei suoi fratelli (probabilmente parenti biologici).

Questi fratelli presentano una lunga serie di sollecitazioni perché Gesù vada a Gerusalemme. Non si capisce bene se sono in buona fede, o se seguono una fiera posizione parentale, o se è esibizione, o, anche, se c’è già un qualche tranello/inganno … In ogni caso, come i Giudei, rappresentano il mondo ostile: di loro, Giovanni commenta: “Nemmeno i suoi fratelli credevano in lui”. Quindi, non solo la Giudea gli è ostile, ma anche la Galilea di fatto non lo sta accogliendo nel modo giusto. Gesù va a Gerusalemme “di nascosto”, nel senso che lui stesso “è nascosto” al mondo.

“Gesù disse: “Il mio tempo (gr. kairos) non è ancora venuto”. Per “mio tempo” si deve intendere quella “manifestazione” che si avrà nella sua morte. “Il vostro tempo è sempre pronto”: detto (a mio parere) in senso negativo, come dire, a voi non fa problema andare a Gerusalemme, non vi uccideranno certo, perché … la pensate come il mondo. “Il mondo non può odiare voi, odia ime, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive. Salite voi a questa festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo (kairos) non è ancora compiuto”. Gesù vuol dire: questa festa va bene per voi (in quanto è richiesta dalla Legge), ma io ho un altro modo e un altro tempo per celebrare la festa.

”Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.” Salire di nascosto, vuol dire: senza essere riconosciuto, ma anche avere un modo diverso di celebrare la festa, un modo “proprio”.

Le mie parole sono spirito e vita

Set 4, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 6,60-71

 

 60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». 71Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.

 

Non solo i Giudei mormorano, ma “molti dei suoi discepoli” mormorano a causa delle parole dette da Gesù. Dicono: “Duro è questo discorso! Chi può ascoltarlo?”. In fondo è il discorso della sua morte che li blocca (“mia carne data per la vita del mondo”).

Infatti: “Questo vi scandalizza – dice Gesù – e se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?”. Salire là dov’era prima significa l’innalzamento di Gesù al Padre, ma richiama fortemente l’innalzamento della croce e quindi la sua morte.

“E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non serve a nulla, la parole che vi ho detto sono spirito e vita”. È lo Spirito di Dio che dà la vita (allusione alla sua risurrezione e alla forza del suo Spirito nell’intendere le sue parole come capaci di vita), l’uomo da solo (carne) non ce la fa! “Le parole che io vi ho dette sono spirito e vita”: provengono e partecipano dello Spirito, e quindi danno vita. Non dite: “questo discorso è duro”. Abbandonatevi invece alle mie parole, credete in me e avrete la vita.

Alla morte di Gesù, si rivela la grande contestazione dei discepoli: “Tra voi, vi sono alcuni che non credono”. Non credono in me: uno addirittura lo consegnò alla morte. Per seguire Gesù e non consegnarlo alla morte, bisogna percorrere non più la logica della carne, dei ragionamenti umani, dell’orgoglio, ma lasciarsi attrarre dal Padre, che vuol dire … credere che Gesù è l’inviato del Padre.

Da parte di molti discepoli, dopo la contestazione, viene l’allontanamento che è già … un tradimento. L’allontanamento, più correttamente, è detto “tornare indietro”: disconoscere cioè la scelta fatta di seguire Gesù e … “non andare più con Gesù”. Essere discepoli non vuol dire capire tutto, non sbagliare mai …, ma andare e stare con Gesù.

Gesù si rivolge direttamente ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?” L’annuncio della morte di Gesù e la partecipazione ad essa, nell’ascolto della parola che ti cambia e nel banchetto che ti unisce a lui e ai fratelli, è lo spartiacque: li trovi la vita eterna.

“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Le tue parole non sono dure, ma hanno e donano vita. “E noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Ci sono sempre bilanciamenti, forti e fragili nello stesso tempo: uno di essi è credere e conoscere. Si crede (ci si affida) per conoscere, d’altro canto si conosce (si è in comunione) per credere, per affidarsi sempre di più.

Questo stupendo (non facile) capitolo sesto finisce male! Sono stato io a scegliere voi, i Dodici – dice Gesù. L’ho fatto … solo perché vi amo. Ma vi lascio liberi, al punto che uno di voi mi tradirà. È possibile anche questa strada: quella dell’essere “diavolo”, cioè, di mettersi di traverso, di dividere, di accusare, di dare la morte … dopo aver ricevuto tutto!

Io sono il pane della vita

Set 3, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 6,41-59


 Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: «Sono disceso dal cielo»?». 
43Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi.  44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.  51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
 52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

59Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. 

 

 

Giudei, non più Folla. “Si misero a mormorare”. Mormorare non è soltanto parlare male, ma contestare. Mormorano perché Gesù aveva detto “sono disceso dal cielo”, mentre essi sanno che “è figlio di Giuseppe: di lui conosciamo il padre e la madre”. A rigor di … anagrafe, non si può dar loro torto!

Gesù. Non contesta quello che essi pensano, ma … alza il livello, quando si richiama al “Padre che mi ha mandato”, e questi non può essere Giuseppe. Il Padre, poi, attira le persone a Gesù. Chi va a Gesù, chi crede in lui non è per la propria forza o intelligenza (si finisce solo per mormorare) ma per “l’opera di Dio” che è una “attrazione” o un “trascinamento” verso Gesù. Attrazione che, qui, è chiamata insegnamento: “e tutti saranno ammaestrati da Dio”.

Dio ammaestra e noi impariamo quando crediamo in Gesù, inviato del Padre: credendo in Gesù si è ammaestrati da Dio. Ammaestrati, si è attratti; attratti, si ha la vita eterna. Dunque … il Padre opera perché noi crediamo e ci affidiamo a Gesù. L’opera di Dio (credere in Gesù) è un dono, ma … per tutti!

“Io sono il pane della vita”. I padri di Israele hanno mangiato la manna nel deserto e “sono morti”, s’intende, spiritualmente. “Questo (= IO … non pensiamo subito all’ostia consacrata) è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia (= crede in me) non muoia (spiritualmente)”.

“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.” L’espressione “IO SONO” esprime la divinità e implica l’unità di Gesù con Dio. “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Quanto a “mia carne” non dobbiamo pensare ciccia o umanità caduca, ma … IO! Quindi: IO morirò per la vita del mondo, e questa realtà, questa morte è … pane che va mangiato. Come dire, chi crede deve farsi anche lui dono per gli altri. Grande mistero: morte che apre alla vita del mondo, di tutti.

Giudei. Prima hanno “mormorato”, ora “discutono/battagliano tra di loro. Pensano/dicono: “Come può costui darci la sua carne da mangiare”. La parola “carne da mangiare” evoca cannibalismo, se intesa in modo diretto.

Gesù. L’apprensione per un certo cannibalismo cultuale (teofagia=mangiare il dio) che si praticava in culti misterici greco-romani non può essere esclusa. D’altra parte, l’allusione o il riferimento alla mensa eucaristica, qui, è di dovere. [Adesso possiamo pensare … all’ostia consacrata!]. Ci è di aiuto anche … il linguaggio di Giovanni. Mentre, prima, il verbo mangiare traduceva il greco fago (da cui esofago, antropofago …) e dovevamo intendere che mangiare voleva dire credere, ora il verbo mangiare traduce il greco trogo che vuol dire esattamente “masticare” o “tritare”.

“La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mastica (trogo) la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”. Allora, pensiamo al banchetto eucaristico, senza mai tralasciare il banchetto dell’ascolto, che vuol dire la fede in Gesù. Non ci sono due banchetti, ma un unico banchetto, in cui si mangia ascoltando Gesù che parla e si mangia tritando, masticando … il Gesù ascoltato, perché diventi forza e vita d’amore in noi.

Questa è l’opera di Dio che crediate in colui che egli ha mandato

Set 2, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 6,22-40

 22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. 23Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. 24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
26Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
 30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».  35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! 36Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. 37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

“La folla salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Dopo un giro molto complesso “alla ricerca di Gesù”, la folla (molto variegata) “trovò Gesù al di là del mare”. Nasce un dialogo/discussione che io cercherò di seguire, “parafrasandolo” in modo elementare, invitando voi ad andare … oltre, con la grazia dello Spirito.

La folla. “Rabbi, quando sei venuto qua?”. Va letta in senso positivo, come espressione di “ricerca di Gesù”. Ma anche come “provocazione”: Perché non hai accettato di essere re? Perché sei andato via da solo?

Gesù. “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. Quello che io ho compiuto verso di voi, non ha fatto sorgere domande. Ha fatto sorgere richieste di … altri interventi, di altri miracoli. Voi non avete capito il “segno”.  Vedo che vi date da fare per un “cibo non dura (quello già ricevuto)”. “Datevi da fare per un “cibo che rimane per la vita eterna”. Aggiunge Gesù: “(Cibo) che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”. Gesù sposta l’attenzione dal pane a … lui! Come dire, datevi da fare per me!

La folla. La folla intuisce che deve mettersi su un piano diverso: cercare, non quello che vuole lei, ma quello che vuole Dio. Dice: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”.

Gesù. Non ci sono tante opere da fare/aggiungere da parte vostra (già le conoscete dalla Legge). Ma è Dio che compie un’opera! E questa è l’opera di Dio: lui si dà da fare perché “voi crediate in colui che egli ha mandato”. In altre parole: Accogliete me, come inviato di Dio.

La folla. “Quale segno tu compi perché vediamo e crediamo? Quale opera fai?”. E, qui, la folla cita l’evento dell’Esodo: attraverso Mosè, Dio ha dato “un pane dal cielo”, per vivere e attraversare il deserto.

Gesù. Allora, nel deserto, fu Dio (Gesù dice “il Padre mio”) a dare “il pane dal cielo” e non Mosè. Ma ora “è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero”. Il pane, quello vero, non è ciò che scende dal cielo, ma “colui che scende dal cielo e dà la vita al mondo”. Continua il passaggio/segno: dal pane a … lui!

La folla. “Signore, dacci sempre questo pane”. [La Samaritana aveva detto “dammi quest’acqua”, la Folla “dacci questo pane”] Poiché la domanda è certamente incompleta, ma è domanda vera …

Gesù. Almeno a parole, Gesù chiarisce tutto: “Io sono il pane della vita”. E poi spiega e indica le vie e gli effetti dell’incontro con lui: “Chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete, mai”. Quindi andare a Gesù coincide col credere in lui; e l’andare/credere in lui sazia completamente.

Ma, questa folla crede davvero? Gesù dice: “Voi mi avete visto, ma non credete”. Gesù non ne fa una colpa e … non molla! È il Padre che conduce a Gesù: questo è il volere del Padre e anche … il volere di Gesù! Detto con le stesse parole del Vangelo: “E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno”. Più chiaramente, è indicata la via per non essere perduti, cioè essere risuscitati nell’ultimo giorno: “Questa è la volontà del Padre mio che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.” Quindi: non necessariamente il vedere porta al credere; ma è il credere in Gesù che porta a vedere … in modo nuovo e vero.

Domenica 1 Settembre 2024 – XXII Tempo Ordinario – Anno B

Set 1, 2024 | Postato da Francesca Ospitali - Accompagnamento quotidiano

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ANTIFONA DI INGRESSO:

Pietà di me, o Signore, a te grido tutto il giorno:
tu sei buono, o Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 85,3.5)

PRIMA LETTURA

Dal Libro del Deuteronomio (Dt 4,1-2.6-8)

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo.
Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”.
Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?»
Parola di Dio

Salmo responsoriale: Sal 14

Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

 

SECONDA LETTURA: Dalla lettera di San Giacomo Apostolo (Gc 1,17-18.21-22.27)

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.
Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.
Parola di Dio

 

Alleluja, Alleluja

Per sua volontà il Padre ci ha generati
per mezzo della parola di verità,
per essere una primizia delle sue creature.

Alleluja

VANGELO

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,1-8.14-15.21-23)

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Parola del Signore

Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei

Ago 31, 2024 | Postato da don Franco Govoni - Accompagnamento quotidiano

Giovanni 6,1-21

 Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 
5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

 16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, 17salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; 18il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. 20Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». 21Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

 

Giovanni ha un suo stile nel raccontare quella che comunemente è chiamata moltiplicazione dei pani e dei pesci. Vediamo alcuni particolari.

“Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea”. È la parte orientale del mare, in terra ancor più mischiata col mondo romano ellenico. “Gesù salì sul monte e là si pose a sedere coi suoi discepoli”. Porsi a sedere non significa riposarsi, ma ascoltare il maestro che parla. Siamo nel luogo dell’insegnamento (monte). “Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei”. Gesù intende celebrare la Pasqua in modo diverso da come si celebra a Gerusalemme.

“Gesù vide una grande folla che veniva da lui”. Invece di andare pellegrini a Gerusalemme, vanno da lui. È scritto: “C’era molta erba in quel luogo. Dunque, non siamo in un deserto. “Gesù sapeva quello che stava per compiere”. Il dialogo coi discepoli è un metterli alla prova. Dice ai discepoli: “Fateli sedere (meglio: fateli sdraiare o accomodare, secondo lo stile romano greco)”. “Gesù diede i pani a quelli che erano seduti”. Non c’è mediazione dei discepoli: è lui che prende e poi dà. “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Quello che Gesù dona e poi rimane non deve andare perduto.

La gente dice: “Questo è davvero il profeta (come Mosè), colui che viene nel mondo. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo”. È una vera fuga!

Col fatto che i discepoli scendono dal monte, entrano nel mare da soli, si può pensare che anche questa sia una prova voluta da Gesù. Non ha voluto accogliere la proclamazione ad essere re.

Succede qualcosa di più grande. “Videro Gesù che camminava sul mare “. Gesù è più che re: “Chi è come te, Signore, tu domini l’orgoglio del mare, tu plachi le sue onde tempestose” (Sal 89,9s). Gesù è più che re: “Sono io, non abbiate paura”. Richiamo del nome di Dio (“Io Sono”) presente in Gesù. “Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti”.

Questo è il fatto secondo Giovanni. Vedremo da domani uno sviluppo del tutto nuovo.