Non lasciatevi legare a un giogo estraneo

 

2Cor 6,11-18

Alla fine della presentazione delle note del suo ministero evangelico, Paolo sembra scusarsi del suo parlare a cuore aperto (11) quasi stesse sopravvalutandosi. In realtà, il suo è un parlare appassionato che svela il suo cuore, la sua voglia di comunione. Perché voi Corinzi – dice Paolo – mi avete chiuso il vostro cuore, non cercate la comunione, il giusto legame con me? Per favore, ricambiate questo mio atteggiamento di comunione: aprite … voi stessi (13).

Perché vi legate – continua Paolo in una sorta di attacco/denuncia – a un mondo che contraddice la realtà nuova di Cristo. Avete ricevuto la giustizia, perché andate verso l’iniquità? Siete diventati luce, perché camminate verso le tenebre? Siete di Cristo, perché vi affidate a Beliar cioè al niente assoluto? Siete credenti, perché vi legate e seguite chi non crede? In conclusione, siete diventati tempio del Dio vivente, perché vivete in modo idolatrico?

E’ la Scrittura santa che invita a questa scelta di vita, quando afferma: “Io abiterò in mezzo a loro e sarò il loro Dio” (16). “Perciò – conclude l’apostolo – uscite di mezzo a loro (si tratta dei non credenti) e io vi accoglierò” (17).

L’invito forte non è di uscire da questo mondo, ma di non cadere nell’abbraccio mortale di questo mondo legandosi ad uno stile di vita che ormai ci è … estraneo.