Giona fuggì dal volto del Signore

 

Giona 1,1-16

Il libro di Giona è un racconto didattico: si propone di insegnare, e vedremo cosa leggendolo attentamente.

Giona è un profeta ebreo. A lui il Signore chiede di alzarsi per andare a Ninive a “proclamare che la loro malvagità è giunta fino a me” (2). Proclamare cioè il peccato dei Niniviti. Si convertiranno alla sua predicazione? Giona, chiuso nel suo modo di pensare, ha paura … proprio di sì!

E allora “si alzò per fuggire lontano dal volto del Signore” (3). Lontano dal volto del Signore significa che il profeta non rispecchia il volto del Signore, che è … misericordia. Dunque il profeta non vuole conoscere l’amore che Dio ha per i peccatori. E va sempre più in basso! Infatti scende e si imbarca per andare a Tarsis. Viene una tempesta, ma egli scende e dorme nel luogo più basso della nave (5). Vale a dire che non vuole cogliere nessun messaggio che il Signore gli può mandare, meglio … morire!

I marinai sono uomini religiosi e pregano il loro Dio. Giona non prega, ma rivela … il suo peccato, causa della tempesta: fugge lontano dal volto del Signore. Non obbedisce al Signore, perché non ha amore. Il volto del Signore infatti è amore, perdono, misericordia … l’esatto contrario di quello che è e che fa Giona. Davvero egli è lontano dal volto del Signore!

I marinai mostrano la loro religiosità gettando Giona in mare. Se il profeta è contro Dio è giusto che si assuma la sua responsabilità, sia punito e così (priva del peccatore) la nave si possa salvare.