Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti

Esodo 24,12-18
12Il Signore disse a Mosè: «Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli». 13Mosè si mosse con Giosuè, suo aiutante, e Mosè salì sul monte di Dio. 14Agli anziani aveva detto: «Restate qui ad aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco, avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una questione si rivolgerà a loro».
15Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte. 16La gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. 17La gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. 18Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.

Di fatto, non siamo di fronte al seguito del racconto di ieri. O, meglio, si tratta non di un seguito cronologico, ma teologico ed ecclesiale. C’è una nuova chiamata per Mosè. Per che cosa? Dio dà a Mosè (e solo a lui) “le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli”. Certo che tutto è dato al popolo, ma è dato attraverso Mosè. Qui appare chiaro il rapporto unico che Mosè ha con Dio e il conseguente ruolo di mediatore col popolo.

Solo Mosè, dunque. “Agli anziani aveva detto: Restate qui ad aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco, avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una questione si rivolgerà a loro.”

Il testo si fa solenne e misterioso, ad un tempo. Il Signore è presente (gloria, nube … ). “Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube”. Il popolo vede solo il fuoco che avvolge il monte: l’autore vuole marcare la distanza del popolo e, invece, la comunione di Mosè con Dio. È scritto: “Mosè entrò in mezzo alla nube (“dentro la nube”) e salì sul monte”. [chi ha fatto conteggi dice che Mosè è salito sul monte sette volte!].”Quaranta giorni e quaranta notti” indicano (cronologicamente una generazione), spiritualmente una vita completa, un’esperienza unica.