Il Signore non si lascia prendere in giro!

Siracide 34,14-31

Lo spirito di quelli che temono il Signore vivrà, perché la loro speranza è posta in colui che li salva.
16Chi teme il Signore non ha paura di nulla
e non si spaventa perché è lui la sua speranza.
17Beato colui che teme il Signore.
18A chi si appoggia? Chi è il suo sostegno?
19Gli occhi del Signore sono su quelli che lo amano;
egli è protezione potente e sostegno vigoroso,
riparo dal vento infuocato e dal sole meridiano,
difesa contro gli ostacoli, soccorso nella caduta.
20Il Signore solleva l’anima e illumina gli occhi,
concede guarigione, vita e benedizione.
21Sacrificare il frutto dell’ingiustizia è un’offerta da scherno
22e i doni dei malvagi non sono graditi.
23L’Altissimo non gradisce le offerte degli empi
né perdona i peccati secondo il numero delle vittime.
24Sacrifica un figlio davanti al proprio padre
chi offre un sacrificio con i beni dei poveri.
25Il pane dei bisognosi è la vita dei poveri,
colui che glielo toglie è un sanguinario.
26Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento,
27versa sangue chi rifiuta il salario all’operaio.
28Uno edifica e l’altro abbatte:
che vantaggio ne ricavano, oltre la fatica?
29Uno prega e l’altro maledice:
quale delle due voci ascolterà il Signore?
30Chi si purifica per un morto e lo tocca di nuovo,
quale vantaggio ha nella sua abluzione?
31Così l’uomo che digiuna per i suoi peccati
e poi va e li commette di nuovo:
chi ascolterà la sua supplica?
Quale vantaggio ha nell’essersi umiliato?

 

Chi teme il Signore “sa”, cioè fa esperienza che è il Signore colui che salva (non più o non solo il viaggiare); “sa” che è il Signore la sua speranza. Chi teme il Signore non ha paura di nulla, perché solo il Signore è sorgente di luce, vita e benedizione.

Veramente pesanti e belle sono le affermazioni che seguono … Sempre più speso avverto che Siracide non ha bisogno di scolastico commento, ma di riflessione e applicazione nella vita. Pertanto bisogna rileggere attentamente e profondamente i versetti 21-31. A buon conto ve li riscrivo, con una traduzione più scorrevole e comprensibile-

“Se offri a Dio quello che ti sei procurato con disonestà, ti burli di lui perché non gli piacciono i regali dei malvagi; l’Altissimo non accetta le offerte di chi non lo rispetta e il suo perdono non dipende dal numero delle vittime che gli offri.

Chi offre in sacrificio ciò che ha rubato ai poveri è come chi uccide un ragazzo sotto gli occhi di suo padre, perché un pezzo di pane permette a un povero diavolo di campare e portarglielo via significa ucciderlo. Chi porta via il nutrimento agli altri li uccide e chi rifiuta il salario all’operaio è un assassino.

Se uno costruisce e poi un altro demolisce, che cosa ci guadagnano? Solo fatica. Se uno prega e l’altro impreca: a chi dei due darà ascolto il Signore? Se uno si lava perché ha toccato un morto e poi lo tocca di nuovo, a cosa gli serve essersi lavato? Lo stesso capita a chi digiuna per riparare i peccati commessi, ma poi torna a commetterli di nuovo: nessuno ascolterà la sua preghiera e il suo gesto di penitenza non gioverà a nulla”.

Come si vede, non si tratta di comandi ma di forti e pratiche esortazioni a riflettere per cambiare vita.