La donna? Non l’ho capita!

Qoelet 7,25-29

Qoelet continua ad approfondire ciò che è “sotto il sole” per giungere a una qualche conclusione. Giunge però (è stato ed è sempre così) a … non comprendere: non giunge ad una “retta conclusione”.

Ha indagato riguardo all’uomo (adam) e dopo tanta fatica qualcosa ha trovato/capito. Per questo dice: “un uomo su mille ho trovato/capito”. Ma riguardo alla donna, pur avendo perlustrato tutte le strade (v. 27) non ha ancora trovato/capito niente.

“Amara più della morte è la donna”. Vuol dire così: la donna è forte come la morte, e … alla fine vince (come anche la morte vince). Infatti, la donna ha una capacità immensa di “irretire”. [Volete che Qoelet ce l’abbia con la donna della nostra povera vita quotidiana, o non pensi piuttosto a Eva, a tante regine in Israele, alle donne di Salomone, alle donne che hanno condotto Israele all’idolatria e … hanno vinto?]

“Questa donna” (figura della idolatria) è più forte dell’uomo. Chi sfugge a “questa donna”? Solo “chi è gradito a Dio”, cioè chi si affida a Dio e non a se stesso. Di fatto, al principio, non è questa la donna che Dio ha condotto all’uomo. Egli aveva creato “un’umanità buona e retta”, ma poi l’umanità si è complicata la vita allontanandosi da Dio. E anche nel rapporto uomo donna le complicazioni continuano e non finiscono.

C’è un certo tipo di maschio (autoreferenziale nel suo sapere/potere) che vuole trovare/capire/possedere la donna. E c’è un certo tipo di donna (autoreferenziale nella sua capacità di irretire/conquistare) che diventa trappola per l’uomo. Occorre che tutte due … “non vadano in cerca di infinite complicazioni” o trovate. Cerchino piuttosto di “essere graditi a Dio”.