Non era ancora mostrata la via del santuario

Ebrei 9,1-10

Abbiamo dunque “il liturgo”, colui che celebra nel santuario vero nei cieli: Gesù Messia Risorto che celebra sempre davanti a Dio per noi.

La sua celebrazione crea una nuova alleanza: “Sarò (sono) il loro Dio ed essi saranno (sono) il mio popolo”.

L’autore espone le norme stabilite dalla “prima alleanza” riguardo al culto (“latria”) nel tempio di Gerusalemme (“santuario cosmico”). È bene leggere con curiosità e attenzione il modo col quale veniva celebrato il culto nel tempio.

[Proprio ieri, qui a Gerusalemme, Lorenzo ci ha fatto vedere gli scavi nuovi del tempio e ci ha indicato con assoluta precisione dove camminava Gesù e la prima chiesa apostolica. Ma sono in difficoltà a scrivere]

“Stringo” sulla sostanza del discorso. Nella “seconda tenda” (la più importante) il sommo sacerdote “vi entra, non sempre, ma una volta sola all’anno, non senza portare del sangue, che  egli offre per se stesso e per quanto commesso dal popolo per ignoranza”.

Cosa significa questa “assenza” o “impraticabilità” di un culto quotidiano ed efficiente? Significa che “non era ancora mostrata la via del santuario”. Si celebrava cioè soltanto in modo provvisorio e parziale: ne veniva l’obbligo di doverlo ripetere ogni giorno.

Dunque quel culto, pur valido “a tempo” e comandato da Dio, attendeva di essere riformato perché … scaduto!