Non mangeremo e non berremo finché non avremo ucciso Paolo

 

Atti 23,12-22

Veniamo a sapere di un complotto di quaranta giudei, accompagnato da un giuramento esecratorio: “non mangeremo e non berremo fino a che non avremo ucciso Paolo”. Questo ci dice quanto violenta, passionale e fideista fosse la lotta contro il “traditore Paolo”.

Il complotto è ben preparato, ma casualmente o provvidenzialmente viene scoperto da un nipote di Paolo. Veniamo a sapere che una linea di parentela di Paolo (la sorella) abita a Gerusalemme. Egli pure – come sappiamo – era stato allevato a Gerusalemme, pur essendo nato a Tarso in Cilicia.

Gesù aveva detto di essere “semplici come le colombe e furbi come i serpenti”. Vediamo in azione un anticomplotto, che ha come stratega un essere molto semplice, un … non addetto ai lavori! Si tratta di un ragazzo/giovane, che però riesce a fiutare, scoprire e poi denunciare il complotto. L’amministrazione di Roma, come si noterà, fa bella figura sventando il complotto!

La vicenda di Paolo a Gerusalemme e in Giudea è sempre di più invischiata e pilotata da odi intriganti, processi, pratiche burocratiche, diplomazie, tangenti, gelosie e simpatie … Paolo è del tutto dentro al tessuto storico, che è quello che è! Ma il disegno di Dio si svolge proprio in questo tessuto mondano!