Và, perché io ti manderò lontano, alle nazioni   

 

Atti 22,17-29

Paolo comunica agli ascoltatori ebrei un’esperienza personale avuta nel Tempio di Gerusalemme (esattamente da dove sta parlando!).

“Mentre pregavo nel Tempio, fui rapito in estasi e vidi lui che mi diceva”. Paolo vede Gesù risorto che dice! E Gesù risorto dice così: “Affrettati ed esci da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me”. Poi aggiunge: “Và, perché io ti manderò lontano, alle nazioni”.

Il fatto che Gesù chieda a Paolo di … uscire da Gerusalemme e addirittura … andare lontano, cioè tra i pagani, scatena la rabbia/gelosia degli ascoltatori ebrei, che gridano: “Togli di mezzo costui”, cioè, uccidilo!

Questi ebrei non accettano due cose. Che il Dio dei padri parli e operi in Gesù Nazzareno, e che Gesù (tramite Paolo) si rivolga direttamente ai pagani (allontanandosi dagli ebrei?).

Il comandante salva Paolo dall’ira della folla. Vuole però sapere chi è Paolo, veramente. L’interrogatorio  consisteva in una specie di tortura anticipata, che era la flagellazione. Paolo, avvalendosi del fatto che è cittadino romano, fa capire che il comandante fa una cosa ingiusta, già dal punto di vista della legge, e cioè che un cittadino romano non può essere flagellato, se prima non è stato giudicato e riconosciuto colpevole.

Luca non perde occasione per parlare bene dei romani e delle loro leggi, quindi scagionarli da accuse … che invece ricadono su Israele!