Tenderete agguati contro la città

Giosuè 8,1-17

Dopo la purificazione o “santificazione” operata nel popolo con lo “sterminio” di Acan e della sua gente, Il Signore dice a Giosuè: “Ecco, io consegno (possiamo intendere: adesso posso consegnare!) nella tua mano il re di Ai, il suo popolo, la sua città e la sua terra”. Viene mitigata la dura legge dello sterminio (forse a seguito della disavventura precedente?). Infatti: “Prenderete per voi il suo bottino e il suo bestiame”.

La strategia militare pensata e comandata è un vero “agguato” e non più una “processione” estenuante come a Gerico. Scende in campo, dunque, l’inventiva e la responsabilità di Giosuè. Che la città di Ai sia stata presa con una nuova e ben pensata strategia, mostra che l’agire di Dio non dispensa dal “pensare umano”: nel caso, un tranello o agguato.

Gli ebrei fingono di essere sconfitti, come la volta precedente. In realtà hanno preparato un contrattacco alle spalle degli abitanti di Ai che, intanto, sono usciti dalla città e inseguono Israele in fuga.

Tutta questa operazione, riletta e raccontata nella fede, non è più percepita come opera dell’uomo, ma di Dio. Lo si vede bene dalle parole di Giosuè: “Agite secondo il comando del Signore”. Ma lo si capisce anche dalla condotta scriteriata del re di Ai, il quale … “non sapeva” di avere alle spalle 30.000 soldati! E poi anche dal fatto che gli abitanti di Ai si sentono vincitori ed “escono tutti” dalla città. E’ scritto: “Nessuno rimase che non inseguisse Israele. E così, per inseguire Israele, lasciarono la città aperta”.

Possiamo vedere, dunque, come l’opera di Dio si manifesti in modi diversi. Non più come a Gerico (“processione”) ma con un vera strategia umana, ben pensata … solo però dopo che Israele si è purificato e si è posto in umile obbedienza davanti al Signore. A questo punto, “dentro alla pensata” è Dio che pensa e opera!