Sali sul monte e muori

Deuteronomio 32,45-52

“Ponete nel cuore – dice Mosè – fate attenzione a tutte queste parole che oggi porto come testimonianza contro di voi”.

Le parole sono contro di noi, se non sono osservate. Di fatto, non sono parole qualsiasi, ma sono “le parole di questa legge (torah-insegnamento). Sono “la vostra vita”, cioè, vi fanno vivere! In concreto: se osservate le parole, la torah-insegnamento vi farà passare lunghi giorni nella Terra.

Viene poi “il comando di Dio” per Mosè, per lui direttamente: Sali sul monte, “vedi la terra di Canaan” e … muori! Perché il comando di morire fuori dalla Terra?

I motivi di questo comando sono spiegati in vario modo dalla Scrittura stessa. Nel nostro caso preciso, il motivo è “perché siete stati infedeli verso di me in mezzo agli Israeliti”. Assieme ad Aronne, Mosè, in un momento particolare del cammino nel deserto, non ha manifestato pienamente la presenza di Dio, la sua santità. Anche lui, dunque, si è posto tra gli infedeli, si è mostrato non accogliente nei confronti del Dio Santo. Diversamente da altri momenti Mosè non si lamenta e non contesta, ma obbedisce. Infatti … sale e muore secondo il comando. [Noi cerchiamo i “perché”, mentre la Scrittura esalta l’obbedienza]

Questo ci insegna che uno entra nella Terra quando obbedisce alla torah, alla parola di Dio. Si entra veramente nella Terra, non tanto attraversando materialmente il Giordano, ma osservando la Parola di Dio.