O Dio, vieni a salvarmi

Salmo 70

“O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto”.

Sono le parole che aprono la nostra preghiera comunitaria. La chiesa vuol farci capire – ripetendolo ogni momento – che la preghiera è “il luogo/fatto” della venuta del Signore in mezzo a noi e del suo aiuto.

Di fatto, ci sono i nemici. La salvezza o aiuto, stando a questo salmo, consiste nella riduzione all’impotenza di tutti i nemici che ci vogliono allontanare al Signore. Essi godono della nostra rovina, ridono e sbeffeggiano:”Ti sta bene (letteralmente, Ah, Ah!)”.

Ci sono poi “quelli che ti cercano, che amano la tua salvezza, che ti lodano”.

Infine, ci sono io! “Sono povero e bisognoso”. E allora – nella conclusione del salmo – si ritorna alle parole di inizio: “Dio, affrettati verso di me. Tu sei mio aiuto e liberatore: Signore, non tardare”

Di fronte allo strapotere dei nemici, la comunità riconosce la sua precarietà e grida (come un bambino) al Solo che lo può salvare. Il tocco audace/infantile della preghiera è che noi diciamo a Dio di … fare presto! Non dovremmo dubitare di lui. Piuttosto, abbiamo paura di noi: non abbiamo più risorse. Se il Signore non fa presto, siamo rovinati dai nemici che ci sono sempre addosso!