Fatevi coraggio, voi che cercate Dio

Salmo 69,20-37

Poiché, Signore, sei tu che mi correggi, io accetto tutto. Infatti, lo stare con te mi purifica, mi cambia e mi fa diventare tuo testimone fedele (forse è questo il senso della frase “lo zelo della tua casa mi divora”).

Comunque, quanto è duro o costoso essere tuo testimone fedele! “Tu sai quanto sono stato insultato: quanto disonore, quanta vergogna … Mi hanno messo veleno nel cibo e quando avevo sete mi hanno dato aceto”.

Ecco la svolta, ecco la parola di consolazione per i miseri! Tutto quello che i nemici hanno fatto e riversato su di me … si riverserà su di loro. E’ questo il significato delle affermazioni forti che leggiamo tanto spesso, come … diventino ciechi, sfibra i loro fianchi, li raggiunga la tua ira ardente; e ancora … dal libro dei viventi siano cancellati e non siano iscritti nel libro dei giusti. Ecco il senso finale: se i nemici continuano ad agire in modo malvagio non sono giusti e quindi non si salvano (salveranno).

Invece: “Dio salverà Sion … chi ama il suo nome (di Dio) vi abiterà per sempre”. E’ l’annuncio che il povero e sofferente, il perseguitato e oppresso devono proseguire la loro testimonianza. E si deve lodare il nome di Dio col canto. La lode e il ringraziamento, infatti, sono il sacrificio che Dio gradisce di più.

“Dio ascolta i miseri e non disprezza i suoi che sono prigionieri”. E allora … “Voi che cercate il Signore (e lo testimoniate) fatevi coraggio”.

[Anche le espressioni più dure – quasi maledizioni che spesso leggiamo e che fanno problema – hanno il senso, non tanto di compiaciuta condanna per i cattivi o vendetta personale, ma suonano come parola di consolazione, conforto, speranza per i giusti e i poveri che soffrono]