2 Cronache 6,13-42
Salomone, infatti, aveva eretto una tribuna di bronzo e l’aveva collocata in mezzo al grande cortile; era lunga cinque cubiti, larga cinque e alta tre. Egli vi salì e si inginocchiò di fronte a tutta l’assemblea d’Israele. Stese le mani verso il cielo e disse: «Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te in cielo e sulla terra. Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore. Tu hai mantenuto nei riguardi del tuo servo Davide, mio padre, quanto gli avevi promesso; quanto avevi detto con la bocca l’hai adempiuto con la tua mano, come appare oggi. Ora, Signore, Dio d’Israele, mantieni nei riguardi del tuo servo Davide, mio padre, quanto gli hai promesso, dicendo: “Non ti mancherà mai un discendente che stia davanti a me e sieda sul trono d’Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta camminando secondo la mia legge, come hai camminato tu davanti a me”. Ora, Signore, Dio d’Israele, si adempia la tua parola, che hai rivolto al tuo servo Davide!
Ma è proprio vero che Dio abita con gli uomini sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito! Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi giorno e notte verso questa casa, verso il luogo dove hai promesso di porre il tuo nome, per ascoltare la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta le suppliche del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, dal cielo; ascolta e perdona!
Se uno pecca contro il suo prossimo e, perché gli è imposto un giuramento imprecatorio, viene a giurare davanti al tuo altare in questo tempio, tu ascoltalo dal cielo, intervieni e fa’ giustizia con i tuoi servi; condanna il malvagio, facendogli ricadere sul capo la sua condotta, e dichiara giusto l’innocente, rendendogli quanto merita la sua giustizia. Quando il tuo popolo Israele sarà sconfitto di fronte al nemico perché ha peccato contro di te, ma si converte e loda il tuo nome, prega e supplica davanti a te in questo tempio, tu ascolta dal cielo, perdona il peccato del tuo popolo Israele e fallo tornare sul suolo che hai dato a loro e ai loro padri. Quando si chiuderà il cielo e non ci sarà pioggia perché hanno peccato contro di te, ma ti pregano in questo luogo, lodano il tuo nome e si convertono dal loro peccato perché tu li hai umiliati, tu ascolta nel cielo, perdona il peccato dei tuoi servi e del tuo popolo Israele, ai quali indicherai la strada buona su cui camminare, e concedi la pioggia alla terra che hai dato in eredità al tuo popolo. Quando nella terra ci sarà fame o peste, carbonchio o ruggine, invasione di locuste o di bruchi, quando il suo nemico lo assedierà nel territorio delle sue città o quando vi sarà piaga o infermità d’ogni genere, ogni preghiera e ogni supplica di un solo individuo o di tutto il tuo popolo Israele, di chiunque abbia patito piaga e dolore e stenda le mani verso questo tempio, tu ascoltala dal cielo, luogo della tua dimora, perdona e da’ a ciascuno secondo la sua condotta, tu che conosci il suo cuore, poiché solo tu conosci il cuore degli uomini, perché ti temano e camminino nelle tue vie tutti i giorni della loro vita sul suolo che hai dato ai nostri padri. Anche lo straniero, che non è del tuo popolo Israele, se viene da una terra lontana a causa del tuo grande nome, della tua mano potente e del tuo braccio teso, se egli viene a pregare in questo tempio, tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora, e fa’ tutto quello per cui ti avrà invocato lo straniero, perché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome, ti temano come il tuo popolo Israele e sappiano che il tuo nome è stato invocato su questo tempio che io ho costruito. Quando il tuo popolo uscirà in guerra contro i suoi nemici, seguendo la via sulla quale l’avrai mandato, e ti pregheranno rivolti verso questa città che tu hai scelto e verso il tempio che ho costruito al tuo nome, ascolta dal cielo la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia. Quando peccheranno contro di te, poiché non c’è nessuno che non pecchi, e tu, adirato contro di loro, li consegnerai a un nemico e i loro conquistatori li deporteranno in una terra lontana o vicina, se nella terra in cui saranno deportati, rientrando in se stessi, torneranno a te, supplicandoti nella terra della loro prigionia, dicendo: “Abbiamo peccato, siamo colpevoli, siamo stati malvagi”, se torneranno a te con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima nella terra della loro prigionia dove li avranno deportati, e supplicheranno rivolti verso la loro terra che tu hai dato ai loro padri, verso la città che tu hai scelto e verso il tempio che io ho costruito al tuo nome, tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora, la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia. Perdona al tuo popolo che ha peccato contro di te.
Ora, mio Dio, i tuoi occhi siano aperti e le tue orecchie attente alla preghiera innalzata in questo luogo. Ora sorgi, Signore Dio, verso il luogo del tuo riposo, tu e l’arca della tua potenza. I tuoi sacerdoti, Signore Dio, si rivestano di salvezza e i tuoi fedeli gioiscano nella prosperità. Signore Dio, non respingere il volto del tuo consacrato; ricòrdati i favori fatti a Davide, tuo servo».
Preghiera di Salomone. Salomone vuole essere visto e udito nell’esercizio del culto, per questo, fa una tribuna nel cortile fuori dal tempio dove possono stare tutti gli Israeliti: sale, si inginocchia, alza le mani, dice.
Salomone riconosce che Dio ha fatto promesse e le ha mantenute: “Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il cuore. [L’alleanza suppone e sta in piedi solo se c’è fedeltà reciproca] Qui, Salomone riconosce che Dio è fedele, anzi, che è “unico” nell’essere fedele. Manifesta, poi, stupore: “E’ mai possibile che “colui che i cieli e i cieli dei cieli non possono contenere” abiti la terra e stia in una casa? Certo che no! Però, Dio “volge lo sguardo=si interessa” dell’umanità intera e della casa che io ho costruita. E allora: “volgi lo sguardo (lett. tieni aperti gli occhi, stai attento … giorno e notte!), ascolta il grido e la preghiera che il tuo servo innalza davanti a te in questo luogo”. Dunque, Dio non abita nel tempio … ma semplicemente stabilisce un luogo di appuntamento con l’umanità, come dire: ci troviamo e parliamo là! Nello stesso tempo viene aggiunto, con finezza teologica: “dal luogo della tua dimora, (cioè) dal cielo; ascolta e perdona!”
Su chi e dove Dio volge lo sguardo? Il Cronista ha in mente la storia, quella piccola e quella universale. Dio deve guardare le cose “come stanno” e “dove stanno”. Il Cronista presenta sette situazioni. È molto interessante notare che si incomincia dal peccato, e dal peccato contro il prossimo, in giudizio. Interessante anche il caso di guerra, di una guerra … sempre persa dal popolo! Persa, perché? Perché siamo sempre peccatori! Se le persone si convertono (accettando l’appuntamento in questo luogo), “tu, ascolta e perdona! Poi, capita che non piove … sempre perché si pecca. Se si convertono, ascolta e perdona! Fame e peste con tanta sofferenza dell’umanità … “Tu che conosci i cuori, ascolta e perdona! [Conoscere il cuore è sinonimo di perdonare]. La situazione più nuova e più bella è quella dello straniero “che non è del tuo popolo Israele, se viene da una terra lontana … se viene a pregare in questo tempio, tu ascoltalo dal cielo, luogo della tua dimora, e fa tutto quello per cui ti avrà invocato lo straniero”. Bellissima anche la conclusione: “Perché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome, ti temano come il tuo popolo Israele e sappiano che il tuo nome è stato invocato su questo tempio che io ho costruito.” [Una lettura cristiana ci dice che Cristo è il vero tempio, e che ogni popolo o persona che si rivolge a Dio nella fede in Cristo … è ascoltato e perdonato]