Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato

Giovanni 13,31-38

 Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». 36Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». 37Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». 38Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

 

Giovanni parla spesso di “morte” come …“glorificazione”. Se accostiamo “morte” a “obbedienza al volere di Dio”, possiamo dire che Gesù è morto quando ha obbedito; e quando ha obbedito è stato … “glorificato”. Secondo Giovanni, tutto è già anticipato nella Cena, mentre per i Sinottici tutto è anticipato nel Getsemani. Per cui, prende senso quel “ora/adesso”, ripetuto tante volte. “Ora il Figlio dell’uomo riceve gloria da Dio, e anche la gloria di Dio si manifesta per mezzo del Figlio. Se il Figlio dell’uomo agisce in modo da manifestare la gloria di Dio, presto anche Dio darà gloria al Figlio”. Occorre accostare “morte” a “glorificazione”, come anche “Dio” a “Figlio” (come è apparso nella lunga citazione di un testo volutamente contemplativo!

“Figlioli” … Il testo assume un tono dolce e familiare. “Ancora per poco sono con voi”. Si creerà uno spazio temporale storico tra me e voi, dice Gesù. Come riempire questo “spazio storico”, cioè la tua vita temporale storica, di comunione, di consolazione, di vita? Anche le parole che vengono ora vanno ben accolte, imparate e soprattutto vissute: sono esse infatti che colmano ogni spazio e seminano comunione, amore, gioia: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.” Qui, non si insiste tanto sull’amore universale (che altrove è comandato) ma sull’amore vicendevole fraterno tra discepoli di Gesù. Anzi sarà proprio da questo amore che …. ”tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”, sarà proprio questo amore il segno distintivo del discepolo di Gesù. Accolta e vissuta questa parola di Gesù, avremmo risolto tanti problemi di “presenza” nel mondo e anche di “missione” nel mondo. La novità e la forza di questo comandamento è il … “come io ho amato voi”. Ricordiamo la frase: “Avendo amato i suoi che sono nel mondo, li amò fino alla fine”.

“Simon Pietro disse: Signore, dove vai?”, e poi il seguito: “darò la mia vita per te”. Come dire: Ti amerò fino alla fine. Gesù aveva detto: “Dove vado io, tu per ora non puoi venire.” Gesù non va solo alla morte, ma … all’amore che è nella morte. Questo è possibile per Pietro (e per noi) solo … “dopo” o “più tardi”, cioè, quando Gesù risorto darà il suo Spirito. Insistere sulla nostra “buona volontà” è cadere nella trappola dell’orgoglio e poi nel tradimento. Ma, alla fine, anche … nel pentimento.