Segni che accompagnano il Vangelo

 

Atti 14,8-20

L’episodio avvenuto a Listra ricalca quello avvenuto con Pietro a Gerusalemme (3,1ss), per dire la continuità dell’opera del Signore nella vita degli apostoli.

Un uomo paralizzato alle gambe fin dalla nascita ascoltava Paolo che parlava. Paolo vede la fede del paralizzato. Fede in che cosa? Si tratta di una fede piena: fede di essere salvato.

La salvezza piena sta nel fatto o segno che quest’uomo, per comando di Paolo, “si alzò in piedi e si mise a camminare”.

La reazione della gente è comprensibile: gli apostoli vengono presi come delle divinità. Barnaba viene chiamato Zeus (Giove), Paolo Hermes (Mercurio).

La reazione degli apostoli non è quella di assecondare tale comprensibile fascinazione, ma di annunciare un Dio che si interessa della terra e dell’uomo … facendo bene, che vuol dire concretamente facendo del bene. Bene che è dimostrato nella salvezza del paralizzato.

La gloria di Paolo dura poco! Arrivano da Antiochia e da Iconio alcuni Giudei che persuasero gli abitanti di Listra a lapidare Paolo [Pensiamo ai Giudei che persuasero la folla a uccidere Gesù!]

“Essi lapidarono Paolo (Paolo è sempre di più il soggetto della missione: di Barnaba non si dice che fosse lapidato) e lo trascinarono fuori della città (anche Gesù, anche Stefano … ) credendolo morto”. Ma i discepoli si mettono attorno a Paolo (vuol dire che non lo abbandonano e lo curano) così che egli si alza ed entra in città, per … riprendere il cammino di annuncio del Signore. Infatti: “Il giorno dopo partì con Barnaba alla volta di Derbe”.

L’uomo paralizzato di Listra e Paolo, in modo diverso, sono stati alzati/salvati. Sono anche questi i segni che accompagnano il Vangelo.