Poiché respingete la Parola, noi ci rivolgiamo ai pagani

 

Atti 13,44-52

Effetto dell’esortazione di Paolo e Barnaba fu che “quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore”. E’ un modo per dire che le persone credettero nel Signore (Gesù).

I Giudei provano gelosia, contrastano le affermazioni di Paolo, anzi lo respingono. E allora “Paolo e Barnaba con franchezza (parresia) dichiararono: Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani”. E aggiunge: “Così ci ha ordinato il Signore”.

Il Signore Gesù infatti è venuto per adempiere la promessa fatta ai padri (popolo ebraico), ma se il popolo rappresentato dai capi rifiuta, allora la salvezza è portata fino all’estremità della terra. Questo disegno di Dio, non va riferito solo a Israele, ma anche oggi a noi: là dove ci fosse un rifiuto, anzi minaccia … il vangelo va portato altrove. Dio è fedele, e quindi si dona a Israele e poi a tutti; ma non può essere trattenuto da alcuno. Infatti è scritto: “La parola si diffondeva per tutta la regione”.

Ma i Giudei, che avevano un certo potere in Antiochia di Pisidia, sfruttano religione (donne devote) e potere civile (notabili della città) per cacciare gli apostoli dal loro territorio. [La stessa cosa capitava spesso a Gesù]

La conclusione di Luca è sorprendente: “I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo”. Lo Spirito Santo (e non la persecuzione in quanto tale) dava loro gioia. Aveva detto Gesù: “Felici i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,10).