L’aumento dei discepoli è visto con compiacimento e gratitudine verso il Signore che opera in mezzo ai credenti, ma crea anche problemi e tensioni.
L’essere un cuor solo e un’anima sola comporta anche il servirsi nelle mense, il gestire cioè la distribuzione di quanto i discepoli deponevano ai piedi degli apostoli. La distribuzione richiedeva tempo, ma soprattutto attenzione, sguardo vigile alle situazioni nuove che si creavano. Allora, come oggi, c’erano “gli altri”: i nuovi arrivati, stanziali da poco o da molto tempo. Rischiavano di essere soli e ultimi, non pienamente integrati, perché di altra cultura e lingua ….
Gli apostoli accolgono la contestazione o mormorazione. Fanno eleggere sette persone che si occupino della nuova situazione creata. Il rischio per gli apostoli era di abbandonare ciò che li identificava come apostoli: essere testimoni del Risorto con la diaconia/servizio della predicazione e della preghiera comune.
E’ bello vedere che la decisione è sottoposta a tutta la moltitudine e poi da essa accolta. E’ bello anche notare che non si tratta di un incarico momentaneo e funzionale, ma di una diaconia vera e continua per la quale si richiede “buona reputazione, pienezza di Spirito e di sapienza, e poi la imposizione delle mani degli apostoli, il dono dello Spirito.
E’ bello vedere che la crisi, accolta con sapienza e risolta con pace, porta ad una maggiore diffusione della parola di Dio e alla crescita della comunità.