Nel mondo intero si dirà quello che ha fatto

 

Marco 14,1-9

Marco fa capire chiaramente che stiamo entrando nel cuore del Vangelo. Tutto quanto è avvenuto ed  è stato raccontato prende senso dalla Pasqua che si sta per celebrare … ancora due giorni e poi Pasqua. La Pasqua è l’evento centrale della vita di Israele, ma soprattutto della vita di Gesù.

Ma che Pasqua sarà quella di Gesù? Sarà la sua vera, autentica rivelazione!

Certamente la passione/morte di Gesù è pilotata da un congegno a inganno comandato dai capi (1), ma è illuminata soprattutto da un gesto connotato da riconoscimento e amore. E’ questo gesto che ogni discepolo del mondo intero ricorderà. Ricordandolo, poi, anche lui … capirà la morte di Gesù.

Una donna, a Betania, profuma Gesù con nardo purissimo e costosissimo. Il suo gesto è contestato come perdita o spreco. Dunque un gesto fuori luogo, dicono i discepoli!

E’ una bella/buona azione verso di me, dice invece Gesù. Quella donna, come la vedova povera (12,44), ha dato quello che aveva, ha perduto se stessa per colui che perderà se stesso, morendo per lei e per il mondo intero.

Soltanto questa donna si pone nel modo giusto davanti alla morte di Gesù. “Dovunque sarà proclamato il vangelo, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto”. Cioè si dirà che lei si è persa per colui che si è perso per lei nella morte. Non è questo il cuore del Vangelo?

Ricordare (per il lettore) significherà compiere lo stesso gesto e cioè perdersi per Gesù che si è perso per noi.