Non dire: io sono innocente!

Geremia 2,26-37

Come viene svergognato un ladro sorpreso in flagrante,
così restano svergognati quelli della casa d’Israele,
con i loro re, i loro capi,
i loro sacerdoti e i loro profeti.
27Dicono a un pezzo di legno: “Sei tu mio padre”,
e a una pietra: “Tu mi hai generato”.
A me rivolgono le spalle, non la faccia;
ma al tempo della sventura invocano:
“Àlzati, salvaci!”.
28Dove sono gli dèi che ti sei costruito?
Si alzino, se sono capaci di salvarti
nel tempo della sventura;
poiché numerosi come le tue città
sono i tuoi dèi, o Giuda!
29Perché contendete con me?
Tutti vi siete ribellati contro di me.
Oracolo del Signore.
30Invano ho colpito i vostri figli:
non hanno imparato la lezione.
La vostra spada ha divorato i vostri profeti
come un leone distruttore.
31Voi di questa generazione,
fate attenzione alla parola del Signore!
Sono forse divenuto un deserto per Israele
o una terra dov’è sempre notte?
Perché il mio popolo dice: “Siamo liberi,
non verremo più da te”?
32Dimentica forse una vergine i suoi ornamenti,
una sposa la sua cintura?
Eppure il mio popolo mi ha dimenticato
da giorni innumerevoli.
33Come sai scegliere bene la tua via
in cerca di amore!
Anche alle donne peggiori
hai insegnato le tue strade.
34Sull’orlo delle tue vesti
si trova persino il sangue di poveri innocenti,
da te non sorpresi a scassinare!
Eppure per tutto questo
35tu protesti: “Io sono innocente,
perciò la sua ira si è allontanata da me”.
Ecco, io ti chiamo in giudizio,
perché hai detto: “Non ho peccato!”.
36Con quale leggerezza cambi strada?
Anche dall’Egitto sarai delusa,
come fosti delusa dall’Assiria.
37Anche di là tornerai con le mani sul capo,
perché il Signore ha respinto coloro nei quali confidi;
da loro non avrai alcun vantaggio.

 

Continua l’accusa!

Colpevoli (“restare svergognati”) sono “i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti”. Proprio la testa, proprio le guide (essi che dovrebbero insegnare e dare l’esempio!) sono responsabili della idolatria che è il più grande disastro. Di fatto: “Dicono a un pezzo di legno: sei tu mio padre, e a una pietra: tu mi hai generato!”

Alla fine, va a finire che: “Mi volgono le spalle e non la faccia”. E però, quando sono in difficoltà mi supplicano: “Vieni! Salvaci!”. Con ironia e dispetto Dio dice: “Dove sono gli dèi che ti sei costruiti? Vengano loro a salvarti, se sono capaci!”.

L’accusa … continua! “Tutti vi siete ribellati contro di me … e non avete imparato la lezione/punizione!”. Di fatto, continuate a dire: Io sono innocente! Io non ho peccato!

ll problema grosso è che il popolo non sente l’amore e l’attaccamento agli dèi falsi e alle alleanze politiche straniere come peccato di adulterio, cioè come abbandono e disprezzo del Signore. Soltanto l’esilio aprirà gli occhi di Israele infedele. Gli amanti, le potenze straniere nelle quali Israele aveva confidato, umilieranno Israele e lo faranno schiavo. Altro che libertà e vita!

Sottesa a questa lunga accusa, sta un’affermazione o considerazione valida anche per noi: Se le cose vanno male, non cercare appoggi o soluzioni nelle potenze mondane o anche nelle tue risorse, ma confida nel Signore. Tradotto. Primo passo: convertiti, cambia la tua vita, accogli la legge e la parola del Signore, ritorna a una sincera osservanza della sua volontà. E’ tutto qui il tuo bene, ed è qui la … soluzione vera e definitiva!