Gesù volle partire per la Galilea

Gv 1,40-51

“Uno dei due che avevano ascoltato le parole di Giovanni (la sua testimonianza è capitale) e lo (Gesù) avevano seguito … “

Nasce una nuova catena di eventi, annunci, sequele. Compare anche un termine prezioso: “trovare”. Esso indica la casualità, ma ancor più la concatenazione e, potremmo dire, la provvidenza o silenzioso agire di Dio.

Andrea annuncia al fratello Simone: “Abbiamo trovato il Messia – che si traduce Cristo – e lo conduce da Gesù”. [Notiamo come tutto si concatena e avvenga in fretta]

“Gesù fissa il suo sguardo = guarda dentro ( … non tenendo conto della nostra realtà povera e complicata), ama e sceglie.

“Il giorno dopo … (altro richiamo temporale che vuole legare gli eventi) Gesù volle partire per la Galilea”. Cambia lo scenario: Gesù esce dalla Giudea, luogo dove Giovanni battezza, e vuole andare in Galilea.

Là, trova Filippo e lo chiama. Filippo trova Natanaele e gli dice di avere trovato … il Messia! Non dice precisamente così, ma “colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, figlio di Giuseppe, di Nazaret”.

Cose troppo belle e alte per essere incarnate in … Gesù di Nazaret! Tuttavia Natanaele, da vero israelita, va incontro a Gesù. Natanaele è uno che “sta sotto l’albero di fichi”, cioè uno che legge e medita le feconde e dolci Scritture (fichi).

Comprende che essere visto vuol dire essere amato e scelto. Esclama (che velocità di cambiamento!): “Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re di Israele”.

Le “cose più grandi di queste” che i discepoli vedranno sono …  le cose di Dio, il suo agire fecondo che si realizza nella persona di Gesù, il Figlio dell’uomo. [Gli angeli/messaggeri salgono e scendono su Gesù = annunciano, rendono presente/operante le cose di Dio in Gesù.]