Ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio

Gv 1,29-39

“Il giorno dopo … “. L’autore dunque vuole legare strettamente le cose.

E’ il giorno dello svelamento o manifestazione di Gesù (vedi la lettura di ieri). I termini usati, per dire dello svelamento, sono ancora … velati (in quanto si fa uso di simboli, soprattutto di animali).

Ecco la seconda testimonianza di Giovanni. Egli “vide e disse”, cioè testimonia: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo”. L’autore non spiega subito queste parole, ma dà una successiva testimonianza: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui”. E poi: “Ho visto e (per questo) ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.

Dunque, il ministero di Giovanni è finalizzato a rivelare a Israele Gesù e … chi è Gesù.

Ebbene. Gesù è l’agnello/servo del Signore che toglie il peccato del mondo (il peccato del mondo= il suo voler essere autonomo e quindi lontano o contro Dio). Gesù è colui sul quale scende e rimane lo Spirito. Gesù è colui che dona lo Spirito Santo. Gesù è il Figlio di Dio.

“Il giorno dopo … “. L’autore lega assieme e in sequenza le cose che avvengono.

Giovanni fissa/penetra la realtà vera di Gesù: egli è “l’agnello di Dio”, cioè il servo sofferente del Signore (di cui parla Isaia), servo che dona la vita come un agnello senza macchia (di cui parla il rito della Pasqua).

Giovanni aveva e guidava una comunità di discepoli. Due di loro ascoltano la testimonianza di Giovanni e seguono Gesù. A loro Gesù fa capire subito cosa significa seguirlo: bisogna “venire e vedere dove abita”, cioè frequentarlo e stare con lui, vivere con/come lui.

[Notiamo, e lo noteremo ancora in seguito, che nel Vangelo di Giovanni tutto sembra avvenire in modo veloce, spesso immediato e automatico. Ma, attenzione: bisogna dare valore a quel … “giorno dopo”! Giovanni cioè vuole semplicemente concatenare gli eventi e dirci l’esito che essi producono, e non tanto farci la pura cronaca di essi]