Uno che voi non conoscete

Gv 1,19-28

Il Vangelo di Giovanni si distingue ed è tutto un seguito di testimonianze (vedi l’ultima in 21,24).

Di fatto, il testo di oggi dà inizio alle testimonianze, dicendo proprio così: “Questa è la testimonianza (in greco: martirìa) di Giovanni (Battista)”.

Giovanni è un evento che attira molta gente. Con lui dunque è obbligo che si confronti una delegazione ufficiale di Gerusalemme. E’ il mondo sacerdotale (Sadducei) con l’aristocrazia religiosa (Farisei). In un qualche modo, è il potere o autorità religiosa, sono i Giudei. [Andrebbe considerato che nel Vangelo di Giovanni si fa una distinzione tra Giudei (autorità, capi, oppositori … ) e  Israele (popolo tutto)]

L’autorità interroga Giovanni sulla sua identità. “Tu, chi sei?”. “Non sono io, il Cristo (Messia)”. Nemmeno sono quei personaggi che voi attendete: Elia o il Profeta. Attraverso di me – continua Giovanni – semplicemente e fedelmente si realizza la Scrittura (profeta Isaia). Io sono, quindi, la sua voce, il suo messaggio che invita continuamente alla conversione (“rendete diritta la via del Signore”).

Perché – dicono – invece di predicare soltanto, tu battezzi? [I profeti non battezzavano] Ti senti forse un rinnovatore o restauratore?

Non sono un rinnovatore, ma uno che dice di volgersi a Dio, a partire da un reale gesto di conversione che è il battezzare in acqua. Ma il mio compito specifico e definitivo è quello di manifestare “uno” che è in mezzo a voi. Uno che viene dopo di me, quindi … più importante di me. Voi non lo conoscete. Il mio compito è quello di … svelarlo o manifestarlo a Israele.