Venite, rifugiatevi alla mia ombra

Gdc 9,1-21

Il fatto è questo.

Abimelec, figlio di Ierub-Baal (Gedeone) avuto da una concubina di Sichem, convince i suoi parenti di Sichem e i capi a farlo re. Aveva detto: “E’ meglio per voi che vi governino settanta uomini, tutti i figli di Ierub-Baal, o che vi governi un solo uomo? Ricordatevi che io sono delle vostra ossa e della vostra carne (= fratello)”. “Tutti i signori di Sichem e tutta Bet-Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimelec, presso la quercia della Stele, che si trova a Sichem”.

Investito di potere assoluto, Abimelec uccide i settanta figli di Ierub-Baal. Ma uno (il più piccolo!) si nasconde e fugge.

Discorso di Iotam, il fratello sfuggito al massacro. Il discorso è una parabola in cui gli uomini sono chiamati “alberi”. Gli uomini chiedono di avere come re una persona che “onora Dio” (ulivo). Ma questi non accetta.

Chiedono di avere come re una persona che “ha dolcezza/mitezza e la sa donare” (fico). Ma anche questi non accetta.

Chiedono di avere come re una persona che “è/dà gioia” (vite/vino). Ma anche questi non accetta. Dunque tutti quelli che hanno doni e servono gli altri (e che sarebbero perfetti capi) dicono di no.

Accetta invece una persona (Abimelec) che “divora bruciando, ma anche che è bruciato facilmente (= brucia/distrugge ed è bruciato/distrutto)”. In questo caso la persona è simboleggiata nel rovo.

Il discorso di Iotam si conclude così: Avete agito male! Male che sta nel progetto omicida e superbo di Abimelec; male che sta nella vostra scelta di seguirlo, quasi fosse un dio. Abimelec [che significa mio padre (abi) è re (melec)] aveva detto nella parabola: “Se davvero mi ungete sopra di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra”.

Il tempo in cui regnerà Abimelec sarà breve e disastroso: brucerà e sarà bruciato!