Più grande di tutte è l’amore

1Cor 13,8-14

“La carità non avrà mai fine (non scadrà, non andrà in rovina: durerà per sempre)”. Anche qui potremmo esplicitare così: Colui che ama … non scadrà, non andrà in rovina, ma durerà per sempre.

L’esercizio degli altri doni cesserà, scomparirà. Nel senso che sono doni temporanei e parziali, sono doni “non perfetti”: non durano per sempre! L’amore invece è perfetto, completo, non mancante di nulla: dura per sempre.

“Ciò che è imperfetto (i vari doni)” costituisce certo la vita terrena, ma è legato solo al presente e dunque … scomparirà. Così come avviene per la vita di un bambino: l’infanzia lascia il posto alla maturità piena. Ma quando c’è la maturità piena l’infanzia deve o dovrebbe scomparire!

E’ illuminante, ricco di sapienza spirituale quello che dice Paolo alla fine: Adesso (nella vita presente) “vediamo”, ma in modo confuso. Adesso “conosciamo”, ma in modo imperfetto. Su cosa allora si può e si deve contare? Su fede, speranza e amore … “le tre cose che rimangono”.

Su una fede che dà di affidarsi, su una speranza che dà di attendere nella pazienza, ma … “sopra-tutto” su un amore che tutto compie e tutto rende fecondo, vero, duraturo. [E’ questo il senso dell’espressione “la carità è più grande di tutte”]

Ecco allora l’esortazione finale: “Aspirate alla carità”. [“Aspirate” traduce bene il termine greco diokete, nel senso però più forte di … inseguite, ricercate, bramate. Nel senso dunque di non lasciarsi mai appagare fino a che la cosa/persona non si è raggiunta]