Qualcuno ha il gusto della contestazione?

1Cor 11,2-16

Altro problema concreto che crea disordine e confusione nella comunità.

Come pregare nella comunità? Quale stile? Non pensiamo alla nostra Messa. Pensiamo piuttosto ad una “sinagoga” in cui non c’è un sacerdote, ma tutti hanno un ruolo e possono parlare. Il problema è … come e quando parlare/pregare.

Paolo trasmette la situazione della Chiesa di Gerusalemme o comunque della chiesa composta in prevalenza da giudei cristiani. La tradizione è che occorre rispettare gerarchia e ruoli.

La donna sposata (non la donna in generale) deve rispetto al marito, anche nel culto. Quindi, preghi col capo coperto. Si va a quanto è scritto nella Genesi.

Paolo presenta una analogia (rispettata nel giudaismo) che dice: l’uomo/marito è immagine di Dio, mentre la donna/moglie è immagine dell’uomo. [In realtà il testo di Genesi dice: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò” (1,27).

Le chiese giudaiche hanno la tradizione del capo coperto per le donne mogli, ed è bene rispettarla. Le consuetudini vanno accolte in spirito di comunione. Non vanno contestate!

Alla fine, ritorna sempre quel principio, tante volte espresso: non far valere il tuo interesse, ma abbi rispetto delle scelte altrui.

Nel caso citato è la moglie (che è dalla parte dei “forti”) che accetta di accogliere una tradizione rinunciando ai propri diritti: diritti che nascono dalla fede di essere, assieme al marito, immagine di Dio.