La parola della croce è potenza di Dio

1Cor 1,18-31

Tutto nasce dalla predicazione (kerigma), che Paolo chiama “parola della croce”. Come dire che tutto nasce da “Cristo crocifisso”, dalla “predicazione della sua morte in croce”.

Questo evento non ha niente di esaltante dal punto di vista umano, anzi è stoltezza/assurdità e debolezza/sconfitta; ma è “potenza di Dio”, è forza di vita.

L’evento che salva non è la sapienza umana, la logica suadente (vedi “i Greci”); non è lo spettacolo abbagliante, il portento clamoroso (vedi “i Giudei”). L’evento che salva mettendo in comunione con Dio è “Cristo crocifisso: scandalo (ostacolo/offesa) per i Giudei e stoltezza (assurdità/non senso) per i pagani.

Coloro che sono chiamati (discepoli di Gesù) portano in se stessi il segno di Cristo e ne sono il frutto: non sono potenti, non sono sapienti, non sono importanti; sono disprezzati dal mondo, ma scelti da Dio, per pura grazia. Cristo è tutto per loro: è “sapienza” che viene da Dio, è “giustizia” che rende giusti/graditi a Dio, è “santificazione” che rende capaci di viver per lui, è “redenzione” che libera dai peccati.

Poiché Cristo è tutto, nessuno può menare vanto per/in se stesso (parola detta per i predicatori) o per/negli gli uomini (parola detta per chi si schiera per l’uno o per l’altro). Bisogna invece “vantarsi (solo) nel Signore”.