Giosuè li salvò dalle mani degli Israeliti

Giosuè 9,16-27

“Tre giorni dopo … “.

C’è sempre un atto o un evento che riapre la partita, che crea “cambiamento/conversione”. Quando? … “tre giorni dopo” appunto!

Tutto ha inizio da un ascolto: “gli Israeliti udirono”. Cosa? Udirono che “(i Gabaoniti) erano loro  vicini e abitavano in mezzo a loro”. Allora, al terzo giorno … appunto, “ gli Israeliti partirono ed entrarono nella loro città” per attaccarli.

Gli Israeliti vorrebbero uccidere i Gabaoniti, ma … era stato fatto un “giuramento di alleanza”, avventato certamente, ma sempre un giuramento. Per di più fatto dagli anziani riguardo ad una alleanza che Dio aveva vietato per le popolazioni vicine.

Giosuè (per uscire dai guai) strappa dalle labbra  dei Gabaoniti una specie di professione di fede (frutto di paura) e una resa. Dicono i Gabaoniti: “Ci comportammo così, perché avevamo molta paura di voi. Ora, eccoci nelle tue mani: fa di noi come sembra buono e giusto ai tuoi occhi”.

Giosuè (il cui nome è lo stesso di Gesù e che significa “Dio salva”) li salvò dalla mano degli israeliti, che non li uccisero”. Ma, da quel giorno “fino ad oggi”, li rese tagliatori di legna e portatori d’acqua per la comunità e per l’altare del Signore”. Sono salvi, ma sono servi!

[E’ così che l’autore spiega la situazione dei Gaboniti … “fino ad oggi”. Storicamente infatti essi sono servi]