Alzati e attraversa questo Giordano

Affrontiamo la lettura del libro di Giosuè non come si affronterebbe un normale libro di storia. Dobbiamo invece (come fa tutta la tradizione di Israele) legare il libro e i fatti raccontati al genere della “profezia”. Si racconta cioè quello che “fa Dio” (suo disegno) e quello che “deve essere/fare Israele” (obbedienza)

Non poniamoci come spettatori incuriositi o irritati, ma partecipiamo al racconto entrando volta a volta nei personaggi e nei fatti narrati.

Può essere utile ricordare che la redazione definitiva del libro è da collocarsi al tempo dell’esilio a Babilonia o subito dopo, e che quindi il libro voleva essere un insegnamento per Israele che … “ritornava nella Terra”.

Giosuè 1,1-9

“Dopo la morte di Mosè, servo del Signore, il Signore disse a Giosuè … “. La morte di Mosè segna uno spartiacque, ma non una fine: il Signore continua a parlare e a operare attraverso Giosuè, qui chiamato “aiutante di Mosè”.

Israele si trova ancora “al di là del Giordano”. Ecco la prima parola che il Signore dice a Giosuè: “Mosè è morto, ma tu alzati [… ] come sono stato con Mosè, così sarò con te: non ti lascerò e non ti abbandonerò”. La presenza e l’opera del Signore fanno sì che la vita del popolo continui e giunga al compimento. Ma occorre prima di tutto … “alzarsi”: risorgere e poi camminare.

Viene dato a Giosuè questo comando: “Attraversa questo Giordano (l’esiliato che veniva da Babilonia doveva attraversare il Giordano!) tu e tutto questo popolo, verso la terra che io do loro, agli Israeliti”. Giosuè non deve attraversare da solo o il popolo da solo: si attraversa assieme.

“Ogni luogo ve l’ho assegnato, come ho promesso a Mosè”. La terra, dunque, non sarà conquistata ma presa in possesso o “ereditata”, perché è stata donata da Dio.

“Come sono stato con Mosè, così sarò con te: non ti lascerò e non ti abbandonerò”. Non solo Dio continua a “parlare”, ma a … “essere/stare” con Giosuè. Dunque, è Dio il vero condottiero.

“Sii forte e coraggioso” non tanto per poter vincere, ma per … “osservare e mettere in pratica tutta le legge (torah) che ti ha prescritto Mosè”. La forza e il coraggio vanno messi per … essere fedeli alle parole di Dio: tutto il resto lo fa lui!

Osserviamo più nei dettagli cosa si chiede a Giosuè (cioè … a me!). Il libro della legge (torah, noi diremmo Bibbia) lo devi “meditare giorno e notte”. Non è tanto un invito alla preghiera, ma la richiesta che “il giorno e la notte”, cioè tutta la tua vita sia avvolta e guidata dalla parola di Dio (la parola non è qualcosa di vago, ma è … “tutto quello che in essa è scritto”). Solo così “porterai a buon fine il tuo cammino”.

Siccome il cammino sarà molto duro, “non aver paura”. Perché? “perché il Signore, tuo Dio, è con te, dovunque tu vada”. E’ un’affermazione che dà grandissima speranza e forza. “Yhwh” – Nome di Dio che noi traduciamo e pronunciamo “Iavè/Signore” –  è “Dio con te”. Il nome/essere di Dio impronunciabile e intangibile si rende pronunciabile e tangibile per il fatto che Dio “è/sta con te”.. [Pensiamo a Ymmanu-el = con noi-Dio]