Chi rimane in Gesù non pecca

1Gv 3,4-10

Abbiamo ascoltato ieri: “Chi ha questa speranza in Gesù purifica se stesso”.

E’ così? Ma noi pecchiamo e quando pecchiamo ci mettiamo anche contro la legge in generale (è questo il senso di “il peccato è iniquità”). Dobbiamo sapere però che Gesù è venuto “per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato”.

L’autore ha la forza di dire in modo vero anche se audace che “chi rimane in Gesù (nel quale non c’è peccato) non pecca”, cioè non è più dentro/sotto il sistema/dominio del peccato.

Non bisogna lasciarsi ingannare. La verità è: chi fa la volontà di Dio è giusto, unito a Cristo che è giusto. Chi invece non fa la volontà di Dio (“commette peccato”) è unito e appartiene al diavolo. Ma il Figlio di Dio “ha distrutto le opere del diavolo”.

“Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato”. Non significa che non commette più dei peccati, ma che “il germe divino che rimane in lui (= la parola udita e accolta) lo tiene fuori dal sistema peccato, purificandolo continuamente. Egli infatti  “non è/viene dal diavolo”, non appartiene al diavolo, ma “è generato da Dio”, cioè appartiene a Cristo.

Con una svolta improvvisa (ma solo per noi che dividiamo sempre teoria da prassi) si dice che “non è da Dio chi non pratica la giustizia”. Ma poi aggiunge che “non pratica la giustizia e non è da Dio chi non ama il proprio fratello”. Praticare la giustizia dunque è amare il fratello.