Un comandamento antico e nuovo

1Gv 2,3-11

Assieme ai tanti “se … “, l’autore fa uso di tani “chi … “. Tutto per indicare situazioni diverse nelle quali si incorre nella vita.

“Chi dice: lo conosco … ” Conoscere Dio è osservare i suoi comandi. Si tratta dunque di un conoscere spirituale, esistenziale, amoroso e non solo intellettuale filosofico. Per l’autore, “la bugia” è “l’infedeltà”.

“Chi osserva la sua parola … “. Chi osserva la parola di Dio dimostra con questo di amare veramente. E amare Dio esige di “comportarsi come lui si è comportato”, quindi … amare.

Il comandamento dell’amore è “nuovo” nel senso che si sta realizzando: viene “inaugurato”. E’ “antico” nel senso che l’avete già udito, ma ora deve realizzarsi in voi.

“Chi dice di essere nella luce … “. Qui comprendiamo bene che “luce” è uguale a “amore”. Di fatto, proseguendo è scritto: “Chi ama suo fratello rimane nella luce e sa dove va (va … nell’amore). Chi odia è ancora nelle tenebre e non sa dove va (va … nell’odio).

Quando uno ama davvero il fratello “le tenebre (gli odi) stanno diradandosi”. Quando uno odia suo fratello “le tenebre (gli odi) hanno accecato i suoi occhi”: non vede e si inzucca! L’odio è la vera cecità!