Io susciterò loro un profeta

Deuteronomio 18,9-22

Motivo dominante delle “prediche” di Mosè è questo: “Non imparerai a commettere gli abomini di quelle nazioni”. Tradotto: non farai quello che fanno le nazioni, soprattutto nel campo del culto a Dio.

Dunque: “Non si trovi in mezzo a te chi fa passare per il fuoco il proprio figlio … “. Tradotto: non farai sacrifici umani. Questi erano molto comuni presso le nazioni, e anche Israele spesso ha fatto questo!

E poi: “Non si trovi in mezzo a te chi esercita la divinazione o il sortilegio o il presagio o la magia”. “Tu, invece, sarai irreprensibile verso il Signore, tuo Dio”: a lui ti affiderai e non agli indovini, ciarlatani, visionari …

Ma, come il tuo Dio si farà conoscere? Si farà conoscere tramite l’invio di “un profeta pari a me, tra i tuoi fratelli” (uno come te, e non un super!). “Io gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà quanto io gli comanderò”. La profezia, dunque, sarà l’unica via per la quale Dio parla al popolo.

Ci saranno anche falsi profeti. Non sarà facile, però, distinguerli dai veri. Occorre aspettare e vedere se le cose/parole che dicono si realizzano o meno.

Dietro e dentro a tutto questo discorso non facile, sta che il vero profeta è Mosè stesso e, dopo di lui, la sua predicazione che è consegnata nella Scrittura o Torah/Insegnamento. I profeti sono come “altri Mosè” che insegnano e tramandano “le parole che Dio dice”.