Immolerai la Pasqua per il Signore

Deuteronomio 16,1-8

Nelle leggi e norme c’è anche l’osservanza delle feste.

La prima festa (che si fa nel mese di Abib/Aviv= spighe) è la Pasqua. In essa si tratta di fare un sacrificio di animale (non è specificato che debba essere un agnello, come è scritto in Esodo 12).

Si tratta anche di mangiare pane non lievitato (azzimi) inteso come pane di afflizione che ricorda il tempo della schiavitù in Egitto. Tutto deve richiamare/attuare il tempo della schiavitù e la grande liberazione operata dal Signore.

L’insistenza fatta perché si celebri “non in una qualsiasi città”, ma “nel luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per farvi dimorare il suo nome“, vuole dire che la Pasqua non è soltanto celebrazione o rito, ma è obbedienza alla parola. Infatti, tu devi celebrare nel luogo che il Signore avrà scelto per stabilirvi il suo nome, cioè, là dove lui (suo nome!) abita. [In quel tempo il “luogo di abitazione” era Gerusalemme, oggi per noi è la comunità/assemblea). La legge dell’unico luogo vuole richiamare dunque l’unità del popolo.

La Pasqua culmina nel settimo giorno, nel quale ci sarà “una riunione in onore del Signore”. Sei giorni mangerai pane azzimo, pane che richiama fatica, umiliazione dell’Egitto, lavoro; ma nel settimo giorno non c’è più fatica, umiliazione, lavoro, ed è per questo che “non farai alcun lavoro”.

Obbedirai dunque al Signore che ti chiama per una assemblea: è un Signore che ti unisce (ti “assembla”) con lui e con gli altri. Pasqua senza riunione, assemblea, unità, gioia … non è Pasqua. Non lo è per Israele, tanto più per noi!