Popoli tutti salmeggiate Dio

Salmo 47

Abbiamo contemplato nel salmo precedente il Dio che si fa trovare nelle nostre angustie, il Dio che dona vittoria con la spada (forza) della sua Parola.

Nel salmo di oggi siamo invitati, noi che siamo i popoli, a battere le mani (senso metaforico) cioè ad “acclamare Dio con grida di gioia, perché egli è re di tutta la terra”.

Questo re ha concesso anche a noi di regnare, avendoci dato come eredità la terra.

E allora: cantate!  [Faccio notare che cantate, in greco è psallite da cui viene psalmos = salmo]. Dunque Dio va … salmeggiato, lodato/cantato con salmi (come stiamo facendo noi). In questo salmeggiare Dio sono presenti tutti: il popolo del Dio di Abramo e gli altri popoli.

La vittoria del grande re Dio – vittoria comunicata gratuitamente alla sua eredità (Israele) – è completa quando i popoli (noi) vengono assoggettati con la spada, cioè con la Parola annunciata, col Vangelo, con/in Cristo.

Soltanto così Dio si manifesta veramente “re di tutta la terra”.