Di questo voi siete testimoni

Luca 24,44-52

Gesù, dopo aver detto che non è un fantasma e avendone date le prove “fisiche” svolge l’ultima sua catechesi.

Come riassumere le parole dette da Gesù ai discepoli nella sua vita terrena? “Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con: bisogna che si compiano tutte le cose scritte di di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. Certamente. Gesù non diceva soltanto questo, ma il mistero della sua morte/risurrezione era il cuore che dava senso a tutte le sue parole.

Occorreva però capire anche le parole dette nella Scrittura. E allora Gesù “aprì la loro mente per comprendere le Scritture”. Centra il contenuto di tutta la Bibbia con queste parole: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme”.

La morte e la risurrezione operano perdono/salvezza per tutti i popoli. Ma questo va predicato/annunciato. Non si tratta di un messaggio o ideologia o dottrina che si diffonde da sé, quasi magicamente. Occorrono testimoni. “Di questo voi siete testimoni“. Gli apostoli, che sono i testimoni, hanno sempre dato esempio di fragilità e paura. Allora Gesù compie la promessa, l’atto che è frutto della sua morte: “Ecco, io mando su di voi colui che il Padre ha promesso”. La promessa dall’alto è lo Spirito, che vi sarà data qui a Gerusalemme. Conclusione: “rimanete in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto”.

Ancora due gesti di Gesù: condurre fuori (= essere e andare nel mondo), alzare le mani e benedire (= pregare come sacerdote). Poi – è la conclusione/compimento di tutta la sua vita – “veniva portato in cielo (= presso Dio), ed essi si prostrarono davanti a lui (= lo riconoscono Dio).

Gli apostoli “tornarono a Gerusalemme e stavano sempre nel tempio lodando Dio”. Da soli, con le loro forze, non possono andare nel mondo. Tornano a Gerusalemme stanno sempre nel tempio. Come dire: ricordano le parole di Gesù (che insegnava nel tempio) e lodano Dio (è questo il vero sacrificio che essi offrono a Dio e che a lui piace).

Lo scritto di Luca non finisce qui. Bisognerebbe leggere ora gli Atti degli Apostoli. Il libro del vangelo infatti è soltanto “il primo racconto” di un unico libro (vedi Atti 1,1).

Ringraziamo il Signore che col suo amore e la sua pazienza ci ha condotti nella lettura quotidiana. Chiediamo di essere anche noi, per sua grazia, “testimoni di queste cose”.